La storia del progetto
TRENTO. Ecco la decennale storia del progetto, con le varie modifiche apportate nel corso degli anni.
Il «Povo Express». Era il 2005 quando il consulente svizzero del Comune Willy Husler battezzò il «Povo Express»: la funicolare sarebbe dovuta partire da piazza Venezia, entrare in galleria sotto il parco per sbucare sopra la Valsugana. Di qui sopra un ponte scavalcare il Fersina e approda a Mesiano, dove salire su un altro vagone: destinazione Povo.
La funivia «di Grisenti» Sponsorizzata nell'ottobre del 2012 dall'ex assessore provinciale ai lavori pubblici Silvano Grisenti, l'idea era quella di una funivia che parte dal parcheggio Zuffo, faceva scalo alla stazione della Trento-Malè, proseguiva lungo via Romagnosi e s'arrampicava con un'altezza minima di 10 metri sopra i tetti delle case, sulla collina delle Laste, per arrivare prima a Mesiano e poi a Povo.
Le scale mobili del Pd Sempre nel 2012 la risposta del Pd al progetto Upt prevedeva un sistema di scale mobili o un ascensore che partendo da viale Trieste arrivasse a Povo, passando per la facoltà di Ingegneria e la stazione della Valsugana, una soluzione che ricalcava uno studio messo a punto dall'Università di Trento. Stimata in 2 milioni di euro la spesa media per ogni tratta da collegare (le tratte sarebbero state tre: Trento-Mesiano, Mesiano-polo di scienze e polo di scienze-centro di Povo). Una spesa che l'assessore comunale ai lavori pubblici Italo Gilmozzi aveva definito accessibile anche in tempi di ristrettezza economica.