SCUOLA

La sovrintendente Sbardella: «Esami per chi ha insufficienze» 

La scuola si riorganizza. Diversamente dal resto d’Italia, in Trentino gli studenti saranno valutati per i risultati nella didattica a distanza La sovrintendente: «Chi ha carenze dovrà superare le verifiche l’anno prossimo». Per la maturità prevista una prova orale in classe


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Eppur si muove. Prova orale della maturità alla presenza fisica del candidato, verifica del recupero delle carenze formative entro il prossimo anno scolastico e possibile integrazione dell’esame di terza media. Per non parlare dei mille aspetti organizzativi, a partire dalla questione degli orari di ingresso e uscita scaglionati. La scuola trentina sta cercando di mettere in piedi un piano per la chiusura di quest’anno scolastico e per la ripresa, che ormai pare certo sarà a settembre. Un piano che deve tener conto di alcuni capisaldi.

Il primo, come spiega la Sovrintendente Viviana Sbardella, riguarda gli esami di maturità: «Ho avuto diversi incontri anche al Ministero e ho sempre sostenuto che, nel caso in cui non si torni a scuola prima del 18 maggio, almeno la prova orale si dovrà tenere in presenza. Pensiamo che ci siano tutte le possibilità di far svolgere l’esame in tutta sicurezza, con l’ingresso di un ragazzo alla volta, il rispetto delle distanze e l’uso della mascherina. Visto che non ci saranno le prove scritte, l’orale sarà più lungo rispetto agli anni precedenti e sarà onnicomprensivo, su tutte le materie. I 6 componenti della commissione, che poi saranno tutti professori interni alla classe del candidato, avranno modo di verificare la conoscenza dei vari programmi e saranno anche agevolati dal fatto di conoscere già lo studente».

Come spiega la Sovrintendente, il futuro prossimo della scuola dipende da due ordinanze della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che dovrebbero arrivare la prossima settimana. La prima riguarda la chiusura dell’anno scolastico e la valutazione dello studente e la seconda il rientro in classe che, come detto, sembra essere ormai quasi sicuro all’inizio di settembre. Per quanto riguarda la valutazione, la Sovrintendente Sbardella non si rassegna all’idea del 6 politico: «Ci sarà una valutazione di quello che hanno fatto i ragazzi. Altrimenti ci sarebbe un appiattimento. Per chi non ha raggiunto gli obiettivi, ci sarà possibilità di recuperare le carenze formative in un secondo momento. Negli anni scorsi questo avveniva in settembre. Quest’anno vedremo se si farà in autunno o più avanti, ma ci dovrà essere una verifica. A livello nazionale stanno adottando un sistema simile a quello che abbiamo già in Trentino, visto che la proposta della ministra non prevede i debiti. Ma ci dovrà essere comunque un modo per valutare il raggiungimento degli obiettivi e verifiche per chi non ci è riuscito. Vedremo se a ottobre o a dicembre o in gennaio. Gli studenti devono essere ben consapevoli che non c’è nessuna amnistia e nessun condono. Noi siamo contrari all’idea del 6 politico o del tutti promossi. Ognuno renderà conto di quello che ha fatto, ma si terrà conto delle condizioni eccezionali in cui si sono trovati i ragazzi». Quindi nessun tana liberi tutti. Gli studenti sappiano che dovranno rendere conto di quello che hanno fatto anche nei mesi di didattica a distanza.

Nei prossimi giorni si valuterà anche come far svolgere gli esami di terza media. Il decreto legge sulla scuola prevede che, nel caso in cui non si torni sui banchi prima del 18 maggio, l’esame si svolga con una tesina scritta. In molte realtà fuori dal Trentino, però, si cerca di far leva sull’autonomia scolastica per cercare di rendere l’esame comunque impegnativo magari con una prova orale sull’esempio di quanto avverrà per la maturità. La Sovrintendente spiega: «L’esame di terza media è un momento di passaggio per tutti i ragazzi. Vedremo cosa deciderà la ministra con la prossima ordinanza e vedremo se ci sarà la possibilità di integrare».

Ma si capisce che il pensiero, oltre che alla chiusura di quest’anno, già corre al prossimo anno scolastico. Gli argomenti sul tavolo sono tantissimi, soprattutto di carattere organizzativo: «Stiamo prendendo in considerazione la possibilità di scaglionare i tempi delle varie scuole, il che significa diversificare l’orario d’inizio delle lezioni per evitare affollamenti anche nei mezzi pubblici nelle ore di punta. Ma si dovrà tener presente le particolarità dei vari istituti. Una cosa sono i tempi di una scuola in centro a Trento con 500 studenti, ben diverso è il caso di una scuola in una valle con qualche decina di ragazzi». Quanto all’organizzazione, la Sovrintendente aggiunge: «Ci sarà sempre più scuola all’aperto per motivi ben intuibili. Ma si dovranno considerare che non tutte hanno gli spazi necessari. Ci attende un lavoro molto complesso che impegnerà sia il Dipartimento che le singole scuole per tutta l’estate in modo di poter arrivare a settembre preparati».

 













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