La Sat rievoca la scalata del Monte Daino

PERGOLESE. In collaborazione con la sezione Sat Toblino, e la “Cantina Pisoni”, è stata organizzata una serata per rievocare la scalata sul Monte Daino, compiuta nel giugno 1959 dagli alpinisti...



PERGOLESE. In collaborazione con la sezione Sat Toblino, e la “Cantina Pisoni”, è stata organizzata una serata per rievocare la scalata sul Monte Daino, compiuta nel giugno 1959 dagli alpinisti Arrigo Pisoni, Gianni Bassetti e Francesco Petrolli “Checco”. Quest'ultimo scomparso alcuni anni orsono. All'incontro erano presenti moltissimi nomi dell'alpinismo trentino (Sergio Martini, Mariano Frizzera, Carlo Klaus, Giuliano Stenghel, Giorgio Cantaloni e Alberto Rampini presidente degli Accademici CAI). La rievocazione di questa scalata è stata presentata dalle guide alpine ed Accademici CAI Marco Furlani e Sandro Gogna, dopo la lettura di alcuni brani di uno scritto di Arrigo Pisoni, che ha commosso il folto pubblico. Il Monte Casale (quota 1635) da sempre è stato la metà prediletta degli alpinisti, non fosse altro per le sue imponenti pareti strapiombanti (1500 metri di vuoto per una larghezza di oltre 2500 metri). La prima ascensione, dal suo versante orientale, risale al 1936 ad opera di Marcello Friederiscen e Luigi Miori, seguita nel 1959 dai 3 alpinisti citati, lungo l'inedita “Via della Parrocchia”. Quarta salita in assoluto sulle montagne che si affacciano nella Piana del Sarca, visto che nel 1938 Bruno Detassis e Rizzeri Costazza salirono la “Canna dell'organo” al Dain piccolo, mentre nel 1957 Cesare Maestri e Claudio Baldessari conquistarono il “Diedro del Limarò”. La “Via della Parrocchia” (che da quanto risulta non è mai stata più ripetuta), deve il suo nome al fatto che in quel giorno nel fondovalle si stava svolgendo una processione per l'insediamento del nuovo parroco a Pietramurata (don Guido Ruele). Ricordata, inoltre, la costruzione della prima piccola casetta di legno, poi trasformato in accogliente rifugio, poco sotto la cima del Monte Casale a quota 1600, dedicato a don Zio Pisoni, professore e catechista al classico di Trento. (r.fr.)













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