La politica si tagli i privilegi
di ALBERTO FAUSTINI
Riflettendoci, c’è una cosa nella quale un’Autonomia invidiata come la nostra può davvero fare la differenza: può dimostrare d’essere diversa. Migliore. Magari - se non è chiedere troppo - anche trasparente e coerente.
L’occasione che la Provincia ha davanti, è irripetibile. A fronte di una crisi che mette in ginocchio gli italiani ancor prima dell’Italia, la Casta locale può - anzi, deve - dare l’esempio.
La Casta trentina può dare l’esempio rinunciando per prima ad una parte della ricca indennità che si mette in tasca senza dover sudare troppo (anche se le eccezioni, come sempre, non mancano) e senza fra l’altro dover dare particolari giustificazioni.
Pagare bene i politici non è sbagliato. Perché le loro responsabilità - quando se le assumono, ovviamente - sono alte e importanti, soprattutto in un luogo come il nostro, dove la Provincia è di fatto un piccolo Stato. Ma qualcuno deve pur ricordare alla classe politica che nella vita reale non si piglia una paga alta perché ci si riunisce qualche volta al mese, magari senza decidere nulla di trascendentale. E nessuno può contare sui privilegi ormai fuori dal tempo che permettono a chi occupa una poltrona in Provincia di vivere un’esistenza dorata e spensierata: accanto all’alto stipendio, ci sono i soldi del gruppo politico, l’Autostrada del Brennero gratis, una serie di rimborsi e di agevolazioni, alcuni dipendenti a completa disposizione e, per chi ha più legislature, un vitalizio mica da ridere...
Almeno in Trentino e in Alto Adige, dove la Casta - che a volte dà davvero la sensazione di vivere sulla luna - considera ad esempio normale che Durnwalder guadagni più di Obama o che Dellai (che s’è comunque già autotassato e che, va detto, prende molto meno dell’amico Luis) sfiori la paga della Merkel, tagliare si può. Meglio: si deve.
Si tratta di dare un segnale forte al Paese, anche senza una legge provinciale specifica: il primo denaro (il 10 per cento dello stipendio di ogni consigliere; il 20 di quello di presidente e assessori?) si potrebbe utilizzare per costituire, da subito, un fondo speciale per chi è in difficoltà, a cominciare dagli anziani che non arrivano alla fine del mese e dai giovani che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Chiedere sacrifici senza farne, è troppo semplice. Dimostrate - cari consiglieri - di essere davvero diversi e «speciali». Diversi dai vostri «colleghi» del Parlamento, che s’aggrappano ad ogni privilegio e che non sono disposti a rinunciare ad un euro che sia uno. E «speciali», perché l’Autonomia si deve conquistare e meritare ogni giorno, anche a livello individuale.