La parrocchia di Roveda celebra San Romedio
Frassilongo. Popolazione, coscritti e coscritte, ma anche alpini, hanno allottato, ieri nel primo pomeriggio, la celebrazione della festa in onore di San Romedio a Roveda. Roveda (Oachlait, in...
Frassilongo. Popolazione, coscritti e coscritte, ma anche alpini, hanno allottato, ieri nel primo pomeriggio, la celebrazione della festa in onore di San Romedio a Roveda.
Roveda (Oachlait, in mòcheno), che insieme a Frassilongo costituisce uno dei tre Comuni mòcheni, è l’unica parrocchia in Trentino dedicata all’eremita che aveva reso mansueto l’orso. Più celebre, evidentemente, l’omonimo santuario in val di Non, ma la chiesa di Roveda con il suo patrono ha radici storiche profonde, oltre ad essere legata alla popolazione seppur scarsa della frazione, anche perché un suo emigrato (nel 1800) in Germania divenne celebre (stimato capocomune della cittadina dove risiedeva) e non si dimenticò delle sue origini, tanto che donò alla “sua” chiesa una vetrata, frutto del suo lavoro (era appunto mastro vetraio). Tutta la storia è stata ricostruita a questo proposito dall’Istituto culturale mòcheno.
Festa, dunque, a Roveda, un centro abitato lungo la strada tra Frassilongo e la località Kamaovrunt, che negli ultimi anni ha visto aumentare la propria popolazione dopo la vendita a privati della ex scuola e della ex canonica. Ieri pomeriggio, la chiesetta era gremita di fedeli provenienti anche da altri centro della valle a testimonianza di come il culto per San Romedio sia ancora sentito e trovi un’origine legata al mondo austro-tedesco. Tra l’altro, la chiesa ha un antico dipinto del patrono, oltre che una sua reliquia (esposti per l’occasione). Così dopo il rito religioso e la benedizione, il tradizionale bacio sulla teca contenente la reliquia e la consegna di un sacchettino di sale benedetto. Alla messa hanno presenziato gli alpini guidati dal capogruppo Walter Eccel. Al termine, nei pressi della chiesa, un momento di ristoro caratterizzato dai “krapfen di San Romedio”, un dolce/salato tipico del paese mòcheno e che viene confezionato in particolare proprio per la ricorrenza del patrono. R.G.