La lite del perizoma arriva in tribunale
Dopo una lunga serie di screzi una giovane mamma marocchina ha denunciato per atti osceni i vicini di casa
VALLAGARINA. Glielo aveva chiesto più volte. Sempre con educazione e garbo. La giovane madre marocchina residente in una palazzina Itea di un centro della Vallagarina aveva invitato più volte i vicini della casa di fronte ad evitare di andare a prendere il sole nel giardino dell’edificio Itea in cui abitava lei, con il marito e due figli piccoli. E a quanto pare non era certo una richiesta balzana o immotivata. Almeno stando a quanto riferito dalla stessa giovane mamma, che ha ricostruito la vicenda in tribunale. I vicini, infatti, un giardino privato tutto loro ce l’avevano e lì avrebbero potuto fare tutto che volevano. Invece, la coppia, che fin dall’inizio aveva mostrato di mal sopportare la presenza della famigliola nordafricana nella struttura Itea, decideva di “sconfinare” e di mettersi in costume proprio sotto le finestre dei “nemici”. In particolare, a dare fastidio alla giovane madre straniera era la scelta della vicina di mettersi in perizoma. Culture diverse e modi di vestire diversi, certo, ma in questo caso non ci sarebbe stato alcun attrito se qualcuno non avesse deciso di dare inizio ad una vera e propria serie di provocazioni. La donna marocchina ne è convinta. Perché lei, ha assicurato, non ha mai tentato di limitare la libertà della coppia della casa accanto. No, aveva solo chiesto a più riprese che marito e moglie rimanessero nel loro giardino privato, dove avrebbero potuto vestirsi e svestirsi come volevano. La donna in perizoma la infastidiva solo quando si piazzava sotto le sue finestre, anche davanti agli occhi dei bambini. Tutte le richieste, però, erano cadute nel vuoto e le “invasioni” erano proseguite, tanto da sembrare provocazioni gratuite.
La tensione raggiunge il picco in una calda giornata di luglio dello scorso anno. La coppia va nel giardino condominiale e si spoglia. Con loro c’è anche un altro uomo a prendere la tintarella. La donna marocchina vede e reagisce abbassando le persiane e chiudendosi in casa. Scelta, che sempre secondo la sua versione dei fatti, non sarebbe stata affatto gradita dai vicini che avrebbero iniziato a urlare frasi razziste nei suoi confronti, fino ad arrivare a battere i pugni sulla porta d’entrata del suo appartamento. Ad una certo punto, la donna decide di uscire sul balcone, ma viene accolta malissimo: uno degli uomini si abbassa gli slip e le mostra i genitali, l’altro si limita a una serie di gesti volgari. La nordafricana decide che la misura è colma e denuncia i due per atti osceni. Nel processo si costituisce anche parte civile e chiede 10 mila euro di risarcimento. L’udienza è stata rinviata per dare modo alla controparte di raccontare la propria versione dei fatti, anche se l’avvocato che difende i due imputati nega che l’episodio sia mai avvenuto. Nel frattempo, la famigliola marocchina ha chiesto e ottenuto di trasferirsi in un’altra struttura Itea. Più scomoda per le esigenze loro lavorative, ma molto più tranquilla.
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