La guerra senza tregua dell’agronomo Agnolin

Nell’ultimo mese undici spedizioni pacifiche davanti alla filiale arcense di Unicredit con i suoi manifesti di protesta. Ed è in arrivo anche un libro



ARCO. Claudio Agnolin, residente a Trento ma arcense di nascita, è tornato a srotolare i cartelloni della sua protesta nei giardini di via Marconi davanti alla filiale arcense di Unicredit: undici volte, ha precisato ieri, nel corso dell'ultimo mese.

Aveva cominciato quattro anni addietro, lamentando un torto che avrebbe subito da parte dell'istituto di credito nella gestione dell'eredità del padre. Nel frattempo è intervenuta un'azione legale promossa nei suoi confronti dalla direttrice dell'epoca della filiale: il giudice di pace, chiamato a sentenziare, l'ha condannato per diffamazione, minacce ed ingiurie al pagamento d'una multa ed alla rifusione delle spese legali. Ma la convinzione di Agnolin di essere nel giusto non è stata minimamente intaccata, tanto da motivarlo a presentare un ricorso in appello che verrà discusso, in sede penale, nel prossimo ottobre davanti al Tribunale di Rovereto. Appena uscita la sentenza andrà nelle librerie anche il volume (“un autentico giallo-thriller” l'ha definito) in cui Claudio Agnolin racconta con tutti i particolari il susseguirsi degli avvenimenti che l'hanno portato a dichiarare guerra all'istituto di credito: il testo è ormai pronto e definitivo: alla stampa manca solo quello che dovrebbe essere l'ultimo capitolo da compilare a vicenda conclusa.

“Non è più una battaglia, ormai è diventata una guerra totale” ha commentato il protagonista preannunciando un'estate rovente: “dal momento che è arrivata la pensione a liberarmi dagli impegni del lavoro (è agronomo di professione, ndr) per tre volte ogni settimana inforcherò la mia bicicletta e pedalerò per la trentina di chilometri necessari ad spostarsi da casa mia a Trento ad Arco: una volta arrivato tirerò fuori -proprio com'è accaduto nelle ultime settimane- il mio seggiolino e srotolerò i cartelli dell'accusa davanti alla banca, tranquillo e pacifico: nemmeno di carabinieri, che ormai sanno benissimo di che cosa si tratta, vengono più ad accertarsi di quel che accade.

Un paio d'ore, scambiando anche quattro chiacchiere con chi passando incuriosito vuole spiegazioni sulla vicenda, e poi ritorno, per la stessa strada. Io non ho nessuna intenzione di mollare: anzi, più la storia va avanti e più alzo il prezzo per chiuderla”.













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