La gelosia il possibile movente
La ragazza soffriva di disturbi psichici ed era in cura da due anni
TRENTO. In un delitto come quello di Carisolo è difficile parlare di movente. Più facile parlare di una molla che ha armato la mano dell'omicida. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Ina Celma era in cura da almeno un paio d'anni presso il Centro di igiene mentale di Vigevano. Soffriva di attacchi di ansia e tachicardia. Per questo prendeva anche dei farmaci e, negli ultimi tempi, aveva sospeso la terapia, come hanno raccontato i parenti di Marco. Il professore di matematica era consapevole di questi problemi, tanto che li aveva confidati anche a un collega della scuola media di Spiazzo con il quale aveva particolarmente legato.
Forse, il fatto di aver sospeso la pena ha aggravato la situazione. In questi ultimi giorni, Ina si alzava prestissimo, come racconta la proprietaria del bar Eureka di Carisolo, andava a prendere il caffè alle sei di mattina. L'ansia per il matrimonio previsto per dicembre potrebbe aver fatto il resto. Secondo quanto raccontato ai carabinieri dai familiari di Marco Chiapparoli, Ina era molto gelosa e possessiva. Anche se Marco non le dava alcun motivo di esserlo. A Vigevano temeva che il professore riprendesse una sua vecchia relazione con una collega insegnante.
Proprio la gelosia potrebbe essere la scintilla che ha armato la mano di Ina fino a renderla così spietata da uccidere a coltellate il suo Marco. La loro unione era armoniosa, ma lei era molto gelosa. Temeva di perderlo. Però non c'erano segnali di crisi. Tra i due le cose andavano bene negli ultimi tempi. Sul tavolo della cucina, gli inquirenti hanno trovato un biglietto dove Marco, visto che la calligrafia sembra la sua, aveva annotato tutte le incombenze da adempiere in vista del matrimonio. Questo dimostra come il giovane insegnante non avesse alcuna intenzione di tornare indietro e di non sposarsi più.
Lui aveva chiamato la madre anche il giorno prima del delitto ed era molto tranquillo. I due si mostravano innamoratissimi. Un bidello della scuola di Spiazzo li aveva anche ripresi bonariamente perché li aveva sorpresi a baciarsi a scuola. Domenica tutto il paese li aveva visti in chiesa e poi in piazza per la festa di avvio della stagione degli scout. Il parroco, don Flavio Girardini, però, aveva notato il carattere apprensivo di Ina che andava spesso da lui per chiedere come risolvere alcuni problemi di carattere burocratico.