La festa delle Acli parte dalla legge contro i vitalizi
A Predazzo tutti in fila per firmare la petizione popolare sui costi della politica. Gardumi: «Non è populismo di maniera ma giustizia sociale»
PREDAZZO. Nove semplici articoli per ridefinire una politica per il bene comune. È partita, in occasione della 25esima edizione della festa provinciale della Acli - Trentino la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare contro i privilegi e a servizio di un’Autonomia amica dei cittadini. «Nell’attuale situazione di profonda e perdurante crisi – ha spiegato Fausto Gardumi, presidente provinciale dell’ Acli – pensiamo sia un nostro dovere batterci per una ridefinizione dei vitalizi nell’ottica di una maggiore giustizia sociale e non di un facile populismo di maniera. In questi tempi difficili si evidenzia sempre più il divario fra la condizione economica degli amministratori e le difficoltà, gli affanni, le problematiche diffuse tra la popolazione».
Da tempo le Acli progettavano un intervento sul complesso quadro di norme che regolano il trattamento economico dei consiglieri regionali, uno degli argomenti più dibattuti sia a livello nazionale che in ambito locale. Dopo una serie di contatti con altre forze sociali regionali (Acli Bolzano, Arci, Cgil, Cia, Cisl, Confesercenti, Lega ambiente e Uil) si è arrivati a una proposta organica di legge che ora attende la sottoscrizione di almeno quattromila cittadini. «Ci attendiamo una risposta molto più forte da parte della popolazione – spiega Fausto Gardumi – perché c’è sempre il pericolo che in aula la nostra proposta venga edulcorata ».
In sintesi il disegno di legge prevede la riduzione dei compensi ai consiglieri regionali passando dai 9800 euro lordi a 7500 (corrispondenti a circa 4700 euro netti). «A differenza dei populisti – precisa Fausto Gardumi - pensiamo che l’attività politica sia un’attività di natura complessa e quindi legittimata anche a livello economico». Drastica invece l’abolizione delle pensioni dei consiglieri. Con la proposta di legge la Regione non si farà più carico di costruire una previdenza con contribuzione in parte a carico del consigliere eletto e in parte con quote a carico del bilancio del Consiglio. Concretamente i consiglieri lavoratori dipendenti riceveranno il trattamento pensionistico loro spettante in base al regime previdenziale dell’ente di appartenenza mentre i lavoratori autonomi potranno fare altrettanto o costruirsene uno nuovo. Il tema controverso dei vitalizi degli ex – consiglieri viene risolto fissando, in maniera transitoria, un tetto massimo di 3300 euro lordi mensili con l’individuazione di meccanismi di ulteriore riduzione in caso di concorrenza con assegni percepiti da altri enti. «In questo modo – spiega Fausto Gardumi – vogliamo tutelare i diritti, non le regalie». La legge di iniziativa popolare non ha nessuno costo per l’ente pubblico ma prevede un risparmio valutato intorno ai cinque milioni 240 mila euro, somma che andrebbe a confluire nel fondo di solidarietà (già costituito) a favore delle famiglie in difficoltà e per combattere disoccupazione giovanile.