La città come una tavolozza colorata
L’arrivo del Festival ha trasformato Trento, invasa da migliaia di visitatori, artisti, musicisti ed esperti di economia
TRENTO. Ieri il centro di Trento era un luogo pieno di gente, movimentato, perfino caotico si potrebbe dire, e, come su una scacchiera, era un luogo con contrapposizioni di colore e a tratti surreale, perché quelle contrapposizioni sfilavano sotto gli occhi di un camminatore nel giro di pochi isolati. C'era contrapposizione anche fra il volo finalmente primaverile e garrulo di rondini e rondoni, e quello leggermente inquietante dell'elicottero delle forze dell'ordine, che ad un certo punto nel tardo pomeriggio ha iniziato a sorvolare rumorosamente la città, a tutela, si capisce, della presidente della camera, Laura Boldrini. C'era il colore blu delle divise dei tanti poliziotti, vigili urbani e carabinieri, in numero davvero rilevante, e delle loro camionette parcheggiate ovunque, e quello spensierato dei turisti e degli studenti, e l'arancione del popolo dello scoiattolo, che chiedeva informazioni su come procurarsi un biglietto per l'attesissimo intervento di Roberto Saviano, che parlerà stasera all'Auditorium. C'erano ancora gli allegri capannelli presso i colorati pianoforti decorati (e si vorrebbe che il centro storico fosse sempre così dotato di musica e colore), per la gioia dei turisti. C'era l'allegra e trascinante musica di un improvvisato drappello di suonatori e ballerini africani, a pubblicizzare un prossimo festival di musica, proprio in Piazza Duomo. Poi c'era il colore delle vignette del tendone della satira, affollato di bambini che disegnavano e di visitatori. Si sono viste anche facce note del settore, come quella di Rudy Patauner. C'era la piazza delle belle speranze dei giovani “strutturati nel sistema” (come direbbe una certa area sociale critica) o che tali vorrebbero tutto sommato riuscire ad essere, cioè Piazza Fiera, dove è in corso “Il lavoro. Crealo”, iniziativa di condivisione di esperienze imprenditoriali e di dialogo su questo. Qui c'è stato tutto il giorno un certo via vai di ragazzi, assicurano gli organizzatori. Questa è una piazza che ha un volto sereno. E poi c'era la piazza (Piazza Santa Maria Maggiore) dello spirito anarchico e arrabbiato, quello del controevento “Facciamo festa all'economia”, con un' esposizione di cartelli molto critici e ricchi di dettagli, dedicati a Trentino Sviluppo (definito un centro di potere) e al Progetto Manifattura di Rovereto, con la denuncia di una commistione fra potere economico, politico e ricerca scientifica. Questa è una piazza marginale, fisicamente, al di fuori della cerchia degli eventi, eppure i contenuti della critica, qualunque cosa se ne pensi, potrebbero benissimo essere il tema di più di una relazione.
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