la bufera di ottobre

TRENTO. Niente a che vedere con i grandi uragani, ma la tempesta Vaia (questo il nome scelto dai meteorologi) che il 29 ottobre scorso ha devastato le foreste delle Dolomiti è stato un fatto senza...


di Andrea Selva


TRENTO. Niente a che vedere con i grandi uragani, ma la tempesta Vaia (questo il nome scelto dai meteorologi) che il 29 ottobre scorso ha devastato le foreste delle Dolomiti è stato un fatto senza precedenti, almeno negli ultimi 50 anni: peggio dell’alluvione del 1966 che è stata finora il punto di riferimento collettivo per indicare il massimo del disastro; peggio degli schianti che si sono verificati nel 2015 in Toscana e molto peggio della tempesta Vivian che nel 1990 ha devastato loe foreste di Piemonte e valle d’Aosta. Il conto lo hanno fatto i ricercatori di Sisef (Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale) in collaborazione con la Compagnia delle Foreste, basandosi su dati provenienti dagli archivi regionali e (per quanto riguarda la tempesta Vaia) sulle informazioni raccolte dalla Protezione civile nazionale e dal Ministero delle politiche forestali.

Curioso nome - Vaia - per una tempesta che in Trentino ha provocato i danni più ingenti in valle di Fiemme, dove Vaia è un cognome diffuso. Ma è solo una coincidenza, perché i meteorologi ancora non potevano sapere quali sarebbero state le zone più colpite quando hanno “battezzato” in quel modo (Vaia) la depressione profondissima incentrata a fine ottobre tra il Golfo del Leone, le Baleari e la Sardegna che ha provocato i vortici provenienti da sud che hanno investito le nostre foreste.

Mai visti - sostengono gli esperti - così tanti danni sulle foreste delle Dolomiti: 8,6 milioni di metri cubi di legname a terra a causa di raffiche che hanno soffiato a oltre 190 chilometri orari. I tecnici di Meteotrentino erano stati scettici di fronte a velocità così elevate (andiamoci piano, aveva detto qualcuno), ma il dato è stato confermato dopo tutte le verifiche del caso.

Il grafico che riportiamo qui sopra (elaborato da Sisef e Compagnia delle Foreste) evidenzia chiaramente le proporzioni (enormi) del disastro di ottobre in rapporto al 1966. Vale per gli schianti di alberi (e non per i danni globali) con tutte le difficoltà nel confrontare due eventi accaduti a distanza di oltre cinquant’anni, ma non ci sono dubbi che per le foreste dolomitiche la tempesta Vaia sia stato l’evento peggiore.

Secondo i dati del ministero in totale sono 41 mila gli ettari di foresta dove il vento ha schiantato gli alberi: 18 mila in Trentino Alto Adige, 12 mila in Veneto e 11 mila in altre aree (per lo più Lombardia e Friuli). Ma è presto per tirare le somme perché - come abbiamo scritto ieri - la stima dei danni aumenta man mano che i boscaioli avanzano tra gli alberi abbattuti.













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