L’ira dei taxisti di Rovereto: serve la pensilina
Alla stazione dei treni i turisti sono costretti a camminare sotto pioggia e sole prima di salire in auto
ROVERETO. Quando piove i turisti entrano nei taxi inzaccherati, quando nevica pure. In estate preferiscono farsi quattro passo sotto la canicola, ma non salire dentro le lamiere arroventate delle auto. I taxisti lo dicono con toni pacati, ma la situazione alla stazione dei treni di Rovereto è davvero paradossale. Tanto che i turisti restano interdetti. Scesi dal treno e usciti dalle porte vetrate, prima di salire a bordo di un taxi pubblico sono costretti a fare una ventina di passi sotto la forza degli elementi. Perché mai? direte voi. La pensilina, larga e massiccia, si staglia sulla facciata dell’edificio storico. Là si arrestavano le carrozze con i cavalli, erano studiate anche le pendenze del terreno per scaricare le deiezioni degli animali, le persone che arrivavano in città potevano salire a bordo senza bagnarsi o arrostirsi. Il progresso della società invece ha prodotto quello che gli stessi piccoli imprenditori nel trasporto pubblico definiscono «arretramento culturale». Un paio di paletti, in metallo, sono piantati agli accessi e la rendono inutilizzabile ai taxi. I quali sono costretti a sostare, in attesa dei clienti, sotto gli elementi. Ogni giorno che il signore manda in terra. «Non si deve andare indietro tanto con la memoria - racconta Guido Merlo - ma fino a cinque, sei anni fa potevamo sostare con i nostri mezzi sotto la pensilina». Secondo i taxisti il risultato odierno è frutto della privatizzazione delle ferrovie. «Ci hanno creato i posteggi davanti al marciapiede - ci mostra Gabriele Rainero - ma non c’è sicurezza. Perché spesso gli automobilisti, quando vedono il semaforo rosso sulla rotatoria di piazzale Orsi, evitano la coda di auto tagliando per la strada interna che usiamo noi e le autocorriere. Creando non pochi pericoli: sia a noi sia alle persone che camminano».
I taxisti roveretani sollecitano un interessamento dello stesso Comune con Benetton (per il «progetto centoferrovie») e Rfi. «Per i turisti che arrivano in città siamo il primo biglietto da visita. Sarebbe importante poterci concedere nuovamente l’accesso all’interno della pensilina storica, «quella mobile l’hanno bocciata subito. Lo spazio è sufficiente per far sostare due macchine. Altrimenti dovrebbero studiare una soluzione diversa, ma sempre al coperto». I taxisti in città sono dieci, le licenze 11. «Purtroppo la crisi si fa sentire, sarebbe opportuno permetterci di lavorare in condizioni favorevoli». La pensilina è in cima alle preferenze. (n.f.)
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