L’edificio anti-sisma costruito a pezzi come con il Lego
Corso Buonarroti, quasi terminata la residenza universitaria: il cantiere ha richiesto meno tempo delle vicende legali
TRENTO. Hanno impiegato più tempo giudici e avvocati a risolvere le questioni legali che gli operai a tirare su un palazzo di cinque piani, completamente in legno, che in corso Buonarroti è cresciuto - come un fungo - nel giro di due anni. La tabella di marcia aveva fissato a fine settembre la consegna della struttura e così è stato. Ora ci vorrà ancora qualche mese per gli arredi interni e la primavera prossima la residenza universitaria Mayer di corso Buonarrotti sarà terminata in ogni dettaglio.
Il Trentino ha avuto la possibilità di visitare il cantiere nelle scorse settimane con i responsabili dell’Opera Universitaria (proprietaria della struttura) e dell’Itea (a cui è stata affidata la direzione dei lavori). Lì dentro la prima cosa che ti colpisce è il profumo di legno che si respira in ogni stanza e in ogni corridoio. L’intera residenza infatti è stata costruita con pannelli di abete, utilizzati per realizzare strutture prefabbricate che - montate una accanto all’altra, come in un’enorme costruzione di Lego - compongono l’edificio.
[[(Video) Dai pannelli al cantiere: l'edificio in legno è come il Lego]]
Si tratta di un edificio a chilometri (quasi) zero: il legno proviene dalle foreste della Magnifica comunità di Fiemme, i pannelli sono stati realizzati da segherie della valle di Fiemme e del Tesino mentre i moduli (che poi sono le stanze degli studenti) sono stati montati, completi di bagno e serramenti esterni, all’interno del capannone della Essepi di Cavedine. Ecco il motivo di un cantiere tutto sommato “poco affollato”, che cresceva nonostante gli operai fossero impegnati altrove.
Il progettisti Massimo Scartezzini e Mauro Croce, che hanno lavorato assieme ai tecnici dell’Itea, Ivo Zanella e Ivano Gobbi, spiegano che con questa procedura gli operai lavorano meglio e con meno rischi. Si tratta di una struttura che è “figlia” del progetto Sofie e fornisce quindi le migliori garanzie anti-sismiche. Per il Trentino si tratta inoltre dell’edificio più grande interamente in legno: con i suoi cinque piani darà ospitalità a 130 studenti all’interno di 82 stanze singole, 24 doppie 24 mini alloggi. Proprio le stanze che sono giunte in camion - praticamente già pronte - per essere poi “montate” al posto giusto, una ad una, con la gru. Di cemento in questa residenza ci sono solo le due scale principali e il basamento, che ospiterà il parcheggio.
Il costo dell’edificio sarà (iva esclusa) di circa 8 milioni di euro. Alberto Molinari (dell’Opera Universitaria) e Salvatore Ghirardini (Itea) sono convinti che - anche grazie alla gestione dell’energia - sarà un esempio da seguire. Tutti gli accorgimenti adottati (dalle pompe di calore ai pannelli fotovoltaici sul tetto) contribuiranno ad abbattere i costi di gestione. Si tratta di una residenza green che raggiungerà i massimi gradi della certificazione Leed e - secondo Molinari - rappresenta il punto di arrivo di un’intuizione che ebbe l’ex rettore dell’università, Fabio Ferrari: «Fu lui a scommettere su legno».
Saranno gli studenti a giudicare se l’edificio è (come sembra) funzionale e confortevole. Ma la prima prova di questo edificio progettato per resistere al terremoto (la prova della velocità di costruzione) è stata superata.