L’Aquila, si svela l’Auditorium delle polemiche
Donato dalla Provincia, è costato oltre 6 milioni di euro. Nei giorni scorsi la visita di Piano, inaugurazione il 7 ottobre
L’AQUILA. «Stavolta ho fatto il liutaio: il mio cubo di legno di abete della Val di Fiemme usato per gli Stradivari è un omaggio all’Aquila capitale della musica».
L’archistar Renzo Piano indossa il caschetto da lavoro mentre osserva da vicino il cantiere dell’auditorium da 250 posti al parco del Castello, da lui disegnato. E finanziato dalla Provincia autonoma di Trento con 6 milioni. Inaugurazione il 7 ottobre con l’orchestra Mozart e Claudio Abbado e c’è da scommetterci che ci sarà anche una delegazione dal Trentino, così come - ad accogliere Piano - lunedì era presente anche il dirigente generale della Provincia Raffaele De Col. Come ha ritrovato, Piano, L’Aquila a tre anni dal sisma? «Mi sono commosso: l’ultima volta qui intorno era tutto chiuso, transennato. In piazza Regina Margherita ho trovato una festa. Era pieno di giovani. Qui non si avvertono i segni di una città distrutta, semmai si respira grande partecipazione di vita in una città ferita e sofferente. Passeggiando per il Corso mi sono reso conto di quanta gente abbia ripreso a frequentarlo. Lo trovo splendido. Anche se intorno c’è un vuoto da riempire, da ricostruire». Piano ha spiegato i motivi della scelta (assai contestata anche in Trentino per i costi giudicati eccessivi) di un auditorium provvisorio: «Ho pensato l’opera come effimera, non definitiva. Nasce per sostituire l’auditorium del Forte Spagnolo dove sono partiti i restauri. Quando saranno completati, l’opera avrà finito la sua funzione. Non ruberà la vita al Castello. La priorità è recuperare L’Aquila, la città storica, ma non escludo che, se dovesse piacere questo nuovo auditorium, potrebbe restare qui: è la città che deve deciderlo. L’opera è un modesto contributo per riportare più attività possibili in questo luogo che è l’inizio del corso, da qui si entra nella città».