L'accusa di Dalpez: "In Trentinoprivati fermi, Provincia sprecona"
Dura relazione annuale del presidente della Camera di Commercio
TRENTO. «Certi settori del privato hanno dimostrato scarsa propensione all'innovazione». E ancora «la Provincia spende in investimenti il triplo della media nazionale, ma gli effetti sull'efficienza non sono pari agli sforzi compiuti». Ne ha avute per tutti il presidente della Camera di Commercio Adriano Dalpez nella relazione annuale che ha tenuto ieri.Attacchi agli imprenditori, accusati di essere poco innovativi e sempre pronti a correre con il cappello in mano da mamma Provincia, e critiche a piazza Dante, accusata di investire in mille rivoli, senza badare alle ricadute effettive sul territorio e, soprattutto, di non aver fatto niente per permettere a tutti l'accesso alla prima casa in proprietà. Dalpez ha abbandonato il tono felpato per una relazione da tempi di crisi, coraggiosa e che chiede coraggio, sia agli imprenditori che all'ente pubblico che tanto, se non tutto, dispone. Dalpez ha parlato davanti a una platea con parecchi vuoti, non c'erano il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, il presidente degli industriali Ilaria Vescovi e il presidente dell'Unione Commercio e Turismo Gianni Bort. Però la guida dell'ente camerale ha tirato fuori lo stesso le unghie. Tra i rischi per il futuro ha indicato «la scarsa propensione all'innovazione dimostrata da certi settori del privato», ma se l'è presa anche con la pubblica amministrazione: «C'è il rischio di una minor efficienza del settore pubblico locale». Poi ha rincarato la dose: «Non basta investire molto, bisogna investire bene. E questo da noi non è sempre vero. In conto capitale la Provincia spende in media ben tre volte della media nazionale. Tuttavia l'effetto sull'efficienza del nostro territorio non è pari agli sforzi compiuti. Impressiona, in particolare, il volume di opere pubbliche messo in cantiere ogni anno dalle piccole amministrazioni pubbliche: spesso la manutenzione di un vecchio fabbricato costa molto più che non la sua ricostruzione ex novo. Il pubblico acquista moltissimo nel campo immobiliare e le cessioni sono meno frequenti. Il risultato è un'elevata accumulazione, ma a bassa produttività». Restando sul mattone, Dalpez ha fatto un esempio tangibile: «Le politiche provinciali per l'edilizia privata non hanno distinto il Trentino rispetto ad altre realtà meno dotate di risorse pubbliche. Da noi il 75 per cento delle famiglie è proprietario di una casa, ma in Veneto, con meno risorse sono al 76 per cento». Parlando della crisi, Dalpez ha chiesto «un surplus di coraggio per andare oltre l'emergenza». Un coraggio che dovrebbe tradursi in un «patto tra pubblico, privato e terzo settore». La strada è quella dell'innovazione: «Occorre che il Trentino ritrovi il gusto della sperimentazione». La critica alle imprese è anche feroce: «Quante fanno investimenti senza chiedere e accedere a finanziamenti pubblici? Dopo le funivie e i capannoni cosa chiederemo all'ente pubblico?». Infine un appello a «chiudere il cerchio asfittico dell'autoreferenzialità, intesa sia verso l'interno che nel mancato confronto con l'esterno».