Iva sulla tariffa rifiuti arriva il rimborso a duecento trentini
La Cassazione: «Era illegittima». Consegnati i primi assegni fino a 300 euro. Risarcimenti solo a chi ha fatto ricorso
TRENTO. “Una storia italiana”, così l'ha definita Ferruccio Demadonna, responsabile Federconsumatori per il Trentino. L'odissea dei rimborsi concernenti la Tia (tariffa di igiene ambientale) è finalmente giunta ad una conclusione, dopo anni di battaglie legali. Un iter lungo e complicato ha portato la Corte di Cassazione a stabilire definitivamente che l'assoggettamento dell'Iva alla Tia è totalmente illegittimo, trattandosi di una vera e propria tassa sulla tassa.
Un centinaio i cittadini che hanno finalmente potuto ritirare un assegno di risarcimento per quanto versato indebitamente, con cifre che vanno dagli 80 ai 300 euro. Sono complessivamente circa 200 le persone in Trentino che con Federconsumatori hanno ottenuto fino a questo momento il rimborso e sono state promosse sei cause collettive.
“Lo Stato ha effettuato dei prelievi sulla base di elementi presuntivi- afferma l'avvocato Nadia Concer, che si è occupata del caso- per Federconsumatori e gli utenti non si è trattato tanto di una battaglia fatta in nome della quantità, ma di una questione di principio”. “L'illegittimità del pagamento dell'Iva sulla tariffa di igiene ambientale- prosegue Demadonna- era già stata sancita dalla Corte Costituzionale con un pronunciamento che avrebbe dovuto essere risolutivo. Oltre al danno, però, la beffa: una circolare dell'Agenzia delle entrate, organo gerarchicamente inferiore alla Corte Costituzionale, ha permesso allo Stato di sottrarsi alle proprie responsabilità, affermando come si trattasse di corrispettivo e negando la restituzione di quanto dovuto all'utenza. Oggi, nel consegnare gli assegni dopo questa lunga lotta, possiamo affermare che la nostra tenacia e la nostra testardaggine nel voler ottenere giustizia, sono state premiate”.
Nota dolente di una vicenda già di per sé amara, la mancanza di automatismo nel meccanismo di rimborso. Solamente chi ha presentato ricorso, infatti, ha diritto a veder risarciti i soldi ingiustamente pagati. “Per chi non ha presentato ricorso la strada si presenta decisamente più accidentata- dice Demadonna- il termine di prescrizione del rimborso è decennale, e trattandosi di una questione ormai datata, sarà possibile richiederlo solo per gli ultimi due anni di applicazione della Tia, per un importo irrisorio che risulterebbe quasi sicuramente minore delle spese per portare avanti l'iter di richiesta. Naturalmente, chi volesse comunque appellarsi ad una questione di principio, potrà farlo presentando una lettera di interruzione della prescrizione. Federconsumatori sarà disponibile a fornire assistenza”.
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