"Io, quarantenne riammalata di Covid a un anno di distanza"
Hassjba Salvadori, insegnante nelle Giudicarie, avverte: "Uno degli aspetti più preoccupanti e sottovalutati di questa malattia è che in tantissime persone permangono a lungo sintomi significativi"
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TRENTO. «Mi sono ripresa il covid, un anno dopo, a causa della variante inglese. E non avevo ancora superato del tutto i postumi della precedente infezione. Affanno, tachicardia, disturbi del sonno, continuano a segnare la mia vita. Ora questo nuovo contagio, segno che al covid ormai ci ho fatto l’abbonamento». Scherza Hassjba Salvadori, 40 anni, insegnante in una scuola professionale delle Valli Giudicarie, per stemperare l’inquietudine di un incubo che sembra non finire.
I lettori del “Trentino” avevano conosciuto Hassjba, trentina dagli occhi azzurri e dal nome arabo, quando a novembre aveva reso pubblici i sintomi del suo “long covid”, ovvero dei postumi invalidanti di cui molte persone continuano a soffrire anche per mesi dopo l’avvenuta guarigione. Contratto il virus a marzo 2020, a novembre Hassjba lanciava l’appello a non sottovalutare il virus e di attivare adeguati percorsi di riabilitazione destinati ai pazienti con “covid cronico”.
Oggi, di nuovo contagiata, ma ormai negativizzata, Hassjba rilancia le stesse parole: «Ciò che del covid deve allarmare, non è solo il fatto che di esso si può morire. Uno degli aspetti più preoccupanti e sottovalutati è che in tantissime persone, si dice in tre casi su cinque, permangono a lungo sintomi significativi, talvolta gravemente invalidanti. Ma ancora non ci sono adeguati percorsi riabilitativi in Trentino. Si fa qualcosa all’ospedale di Arco, ma lì ci si concentra solo sulla respirazione. Eppure il covid colpisce anche il cuore, i reni, il fegato, il sistema nervoso. La presa in cura di queste “invalidità” è la prossima guerra che il sistema sanitario deve prepararsi a combattere».
Hassjba, dopo alcuni mesi ci risentiamo. Ci risiamo allora? Di nuovo positiva?
Non me lo spiego! Forse c’è una componente genetica, ci sono persone in cui il virus si trova meglio, chissà! Fatto sta che si è trattata con ogni probabilità della variante inglese, che ormai è dappertutto anche da noi. D’altronde dopo un anno anche i vecchi anticorpi non ci sono più ed il sistema immunitario non riesce a riconoscere la variante come una “replica” della vecchia infezione. È come se fosse un virus totalmente diverso.
Ritieni di sapere come ti sei contagiata?
Il contagio è sicuramente avvenuto a scuola, dove ci sono state tantissime positività nel giro di pochi giorni, anche tra i bambini di una stessa classe. Bleggio Superiore è falcidiato. A scuola qualcosa nel protocollo non ha funzionato o più probabilmente qualcuno in ambiente scolastico non ha rispettato le regole.
Come ti sei accorta che qualcosa non andava?
La mattina, prima di andare a scuola, stavo bene. Poi mio figlio più piccolo ha vomitato in corriera e siamo andati a prenderlo, era bianco come un cencio. Lì il primo campanello d’allarme, perché il vomito e la nausea sono i sintomi tipici del covid nei bambini. Poco dopo stavo lavorando a scuola e sento all’improvviso una fitta fortissima nella schiena, come se qualcuno mi avesse dato un pugno in mezzo alle costole, mi sono piegata dal male. Poi, tempo di tornare a casa, non riuscivo nemmeno a fare le scale. Vedo mio figlio e noto in lui quegli stessi “occhietti” che aveva avuto l’anno scorso e ho pensato: «Ci siamo ripresi il covid».
Il medico cosa ha detto?
Il medico mi diceva di non preoccuparmi, di aspettare ventiquattro ore. Io non ho aspettato nulla, ho fatto subito un tampone rapido, che è risultato immediatamente positivo.
Che differenze noti tra il primo e il secondo contagio?
In parte i sintomi sono stati diversi. Ad esempio, ho avuto un po’ di febbre a 37,5, mentre l’anno scorso non mi si era mai alzata la temperatura, se non per poche ore. Quest’anno ho avuto dei mal di testa terribili, che durano mezza giornata e poi passano da soli. Il problema è che anche ora che mi sono negativizzata questi mal di testa continuano. Lo stesso vale per la tosse: una tosse incessante, che mi porterò dietro chissà per quanto tempo.
Ti stavi riprendendo dai sintomi della precedente infezione, che ti avevano debilitato per tanti mesi?
Stavo ancora finendo i controlli, ero in attesa dell’ecocardiogramma per cercare una ragione di questa tachicardia inspiegabile che mi perseguita dai tempi del primo contagio. Poi sono risultata nuovamente positiva e ho dovuto rinviare questa visita. Ho frequenti tachicardie improvvise che si scatenano dal nulla, a riposo. Per tre o quattro ore ho i battiti a 130 o 140 al minuto, è insostenibile. Per questo devo prendere una pastiglia per rallentare i battiti. Abbiamo anche scartato l’origine ansiosa di questo batticuore, visto che non diminuisce con la somministrazione dei calmanti. Sono i postumi del covid, di cui i medici ancora non capiscono nulla.
Cuore, ma anche difficoltà col respiro, giusto?
L’affanno ce l’ho ancora, continuo a fare fatica a riprendere fiato e non si sa perché, dato che gli esami risultano tutti regolari. I test di spirometria sono a posto, abbiamo potuto escludere che sia asma. Questo è un sintomo che sento soprattutto la notte, mi sveglio di soprassalto senza respiro. È tutto faticoso perché le richieste della vita, tra famiglia e lavoro, sono rimaste le stesse, ci viene chiesto di essere al cento per cento.
Molti vedono il dato relativamente basso dei morti sul totale dei contagi e sottovalutano il covid, non rendendosi conto che anche se non uccide con grande frequenza, il covid è una malattia invalidante. Che ne pensi?
Tre su cinque malati covid hanno postumi significativi, anche tra chi l’ha avuto leggero. Prendersi in carico questo esercito di pazienti guariti ma sofferenti sarà la guerra che il sistema sanitario dovrà affrontare a breve. Durante le conferenze-stampa il personale della Provincia parla sempre e solo del numero di morti e di contagiati. Mai un riferimento alle conseguenze gravissime anche se non mortali che il covid cronico sta avendo su tantissime persone. Conosco persone che hanno avuto conseguenze molto più pesante delle mie.
Sono stati attivati dei centri di riabilitazione post-covid. Funzionano?
Al centro di Arco propongono una riabilitazione solo polmonare. Mancano sul territorio protocolli riabilitativi con più di uno specialista, perché il covid colpisce cuore, fegato, reni, sistema nervoso. In altre regioni si stanno attivando centri polispecialistici.
La tempistica del nuovo contagio ti ha impedito di vaccinarti. Che ne pensi della campagna vaccinale in corso?
Sono un’accesa sostenitrice dei vaccini, anzi per me i no-vax sono dei folli. Ero in attesa di vaccinarmi con AstraZeneca in quanto insegnante, anche se con qualche perplessità in quanto ho diverse allergie, ma non ho fatto in tempo, mi sono ri-contagiata prima. Tutti fanno quello che vogliono, la gente rispetta le regole solo perché altrimenti prende la multa. Si vede che non sono stati toccati direttamente da questa malattia.