In Trentino cento cause all'annoall'azienda sanitaria
Una causa di risarcimento danni ogni tre giorni. Tante, 108 nell’anno appena concluso, quelle piovute sull’Azienda sanitaria: si riferiscono a lesioni collegate ad interventi non riusciti o ad errate valutazioni del personale medico. In una parola a casi di “malasanità” vera o, più probabilmente presunta, visto che i risarcimenti si contano sulle dita di una mano.
TRENTO. Una causa di risarcimento danni ogni tre giorni. Tante, 108 nell’anno appena concluso, quelle piovute sull’Azienda sanitaria: si riferiscono a lesioni collegate ad interventi non riusciti o ad errate valutazioni del personale medico. In una parola a casi di “malasanità” vera o, più probabilmente presunta, visto che i risarcimenti si contano sulle dita di una mano.
Insomma ci si prova. Le conseguenze? I medici alzano i massimali delle proprie polizze assicurative e la politica ripensa il modo di “difendere” la sanità ed i cittadini. Non per nulla nella legge di riforma del comparto che l’assessore Ugo Rossi porterà a breve in Consiglio è prevista la “camera conciliativa”, sorta di organismo per cercare di trovare una intesa tra le parti evitando di ricorrere al tribunale.
Ma intanto i trentini portano sempre di più i medici davanti al giudice e, di recente, ha destato clamore la richiesta avanzata all’Azienda di un milione di euro di risarcimento da parte dei familiari di una signora di 50 anni morta di tumore al seno. Casi limite, certo, visto che nel 2008 è stata liquidata una sola causa civile: si è conclusa in via stragiudiziale con la liquidazione di 14 mila euro per una errata diagnosi radiologica su un paziente del pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Valsugana.
In termini generali, la statistica è a livello nazionale, in cima alla lista ci sono le diagnosi ritenute scorrette, che sono il 19% del totale, e le terapie giudicate inappropriate (7%). I medici messi sotto accusa sono gli ortopedici, i medici del pronto soccorso, i chirurghi e di ginecologi. I dati disaggregati che si riferiscono alle cause civili (la maggior parte segue la via del penale) fotografavano nel 2008 12 procedimenti di questo tipo: 7 riferiti al Santa Chiara, 2 a Rovereto, ed uno ciascuno ad Arco, Cavalese e Borgo). Nel dettaglio 2 hanno riguardato ostetricia e ginecologia, 2 oculistica ed altrettante ortopedia. Una causa civile contro radiodiagnostica. Questo tipo di procedimento è stato aperto contro l’Azienda 6 volte nel 2009: sono tutte cause ancora in corso: 4 interessano il Santa Chiara, una Borgo ed una Tione. Le specialità interessate: due citazioni per chirurgia generale e per il pronto soccorso, una ciascuna per ostetricia e ginecologia, una per ortopedia.
Ma il grosso delle richieste di risarcimento arriva in Azienda sanitaria e segue la via del penale: nell’anno appena concluso sono state aperte dall’ufficio legale 108 pratiche, di cui solo 2 per ora liquidate. Tra queste 8 pratiche sono state aperte in via cautelativa dall’ente pubblico proprio per garantirsi la difesa in penale.
I dati del 2008, sempre per quanto riguarda le cause penali, erano più bassi: erano state aperte 89 pratiche, di cui 66 sono ancora in corso. Cinque non hanno avuto seguito, ovvero sono state respinte, e 18 sono state liquidate. Anche due anni si era scelto, in un paio di casi, di aprire delle pratiche in via cautelativa.
La categoria dei medici si interroga, preoccupata, su un andazzo che negli Usa è di prassi da tempo ma che qui un tempo era un’eccezione: la denuncia del medico.
Lo scontro giudiziario è all’ordine del giorno: 11.000 le cause legali stimate solo nel 2008 in Italia. C’è una stima, a livello nazionale, che una richiesta su tre va a buon fine. Come a dire: chi querela il medico spesso ottiene ragione e quindi, risarcimento