In marcia fino al ponte dei suicidi
La manifestazione dell’Officina dei Sogni: «Decine di vittime, ma hanno solo verniciato i parapetti»
PONTE ARCHE. C’erano i parenti di alcune vittime, i componenti l’associazione Ama (Auto mutuo aiuto) che hanno sperimentato a Ponte Arche “Un aiuto a dire addio”; i rappresentanti del progetto “Invito alla vita”, la linea telefonica gratuita, (numero verde 800 061650) funzionante 24 ore su 24, istituita dall’Azienda Sanitaria per prevenire i suicidi, singoli cittadini fra i quali alcuni giovani, amministratori ed ex consiglieri provinciali.
C’era naturalmente Pietro Amorth Frieri presidente dell’associazione culturale l’ «Officina dei Sogni» di Stenico, che ha proposto e organizzato la Marcia silenziosa in ricordo delle molte persone tragicamente suicide al ponte dei Servi. Si sono radunati sul piazzale del municipio di Comano Terme e alle 15.45, scortati dalla polizia locale, si sono diretti compostamente sul luogo ormai tristemente famoso. Giunti al ponte dei Servi, hanno deposto un mazzo di fiori, ai piedi del crocefisso collocato ai margini della strada. Poi, lentamente, come momento di riflessione, hanno attraversato il ponte. Sono saliti, verso Villa Banale, e imboccando la stradina di campagna, sono scesi alla chiesetta delle Terme.
Il corteo, una quarantina di persone, era preceduto da uno striscione emblematicamente bianco, portato da due giovani, a significare le riposte vaghe e meglio le risposte che fino ora non sono giunte né dalle amministrazioni comunali, né dall’amministrazione provinciale. Eppure il problema esiste: dal 1987 al 2001, come riferisce l’organizzatore dell’evento Pietro Amorth, 14 persone si sono tolte la vita lasciandosi cadere dal ponte o dalle rocce circostanti. E’ accertato che perlomeno altrettante si sono suicidate negli anni successivi.
Da queste constatazioni nasce l’ennesima iniziativa dell’Officina dei Sogni. “Noi abbiamo iniziato ad affrontare il problema due anni e mezzo fa - dice Pietro - con una riunione qui a Comano Terme, dove abbiamo invitato gli amministratori, e presentato un progetto di valorizzazione e riqualificazione del ponte, con una passerella che lo attraversa sotto l’arcata e il posizionamento di due palestre di roccia artificiale. Il progetto prevede inoltre la posa di reti di protezione sul parapetto e tutt’attorno.
Purtroppo la nostra proposta, presentata altre due volte agli amministratori locali e ai sindaci anche in Comunità di Valle, fin ad ora, non ha sortito effetto. Ci siamo sentiti presi in giro anche dall’assessore Gilmozzi che ha inteso intervenire, ma che in effetti ha solo fatto verniciare i parapetti metallici”.
Il Trentino ha una percentuale di suicidi superiore del 2 % alla media nazionale, e le Giudicarie rientrano tra le zone della Provincia colpite da questo fenomeno.
Ne sono testimoni Laura e Daniela, le sorelle di Michela, la signora che, per ultima, si è tolta la vita nei giorni antecedenti il Natale scorso. «Negli ultimi giorni che siamo andati a trovarla, sembrava stesse bene, ma la sua era solo una manifestazione esteriore. Da tanto soffriva, ma dopo il ricovero del maggio scorso, era tornata a casa, rinata. Purtroppo il benessere è durato poco, e ha avuto un tristissimo epilogo».