Imprigionata dal promesso sposo
Lui l’aveva comprata in cambio di una lavatrice e violentata: 4 anni in appello
TRENTO. La sua famiglia, in Macedonia, l’aveva venduta al promesso sposo che aveva scelto per lei in cambio di una lavatrice e una festa di nozze. Lei non si era opposta: sognava l’Italia che aveva conosciuto attraverso la tv, quella patinata della bella vita e dei tronisti. Lo ha raccontato amaramente a chi si è presa cura di lei dopo che è riuscita a sfuggire a quel sogno che si era trasformato in uno dei peggiori incubi. Ieri il suo aspirante marito-padrone, Elvis Asani, 25 anni, pregiudicato kosovaro, è stato condannato a 4 anni di reclusione dalla Corte d’appello di Trento, che ha ridotto la pena inflittagli in primo grado di 2 anni e 8 mesi. Dopo due ore di camera di consiglio, il collegio ha riconosciuto la sussistenza dei reati di sequestro di persona (il pm Fontana aveva chiesto l’assoluzione sostenendo che non vi fosse la prova) e di violenza sessuale, dando ragione all’avvocato Chiara Pontalti, legale della giovane. E’ stata depennata invece la recidiva.
La vicenda fa rabbrividire: è un giorno di marzo del 2011 quando una volante della polizia soccorre una ragazzina che corre a perdifiato verso il McDonald’s di Trento sud. E’ appena riuscita a fuggire dalla casa-prigione dove per tre mesi era stata reclusa da Asani. Ha un occhio tumefatto e sulla schiena due buchetti: lei, che non sa una parola di italiano, spiega a gesti e disegni che sono i segni causati dalla fibbia della cintura con cui veniva percossa. Non le era stato mai permesso di uscire: era stata violentata dal fidanzato e veniva costretta a lavare i piedi ai maschi della famiglia. Oggi lei è al sicuro, in un posto segreto. Ieri in aula non è venuta: la sua famiglia di origine avrebbe ricevuto minacce in patria. Lei spera di costruirsi una vita in quell’Italia che non ha ancora conosciuto.