Il veglione di fine anno riporta il ballo in teatro
Era da fine anni Cinquanta che non accadeva più nel tempio cittadino della prosa Un tempo si faceva soprattutto per beneficenza, ora per sostenere la gestione
PERGINE. Capodanno in teatro a Pergine. La prima volta dopo circa mezzo secolo. Occorre, infatti, risalire a quando in piazza Municipio (prima era piazza Vittorio Emanuele) c’erano le porte aperte del teatro Amedeo (era ospitato nel palazzo Gramatica).
Spettacoli teatrali, ma anche balli che negli anni '50 erano proposti soprattutto durante il periodo di carnevale. Erano appuntamenti tradizionali organizzati, molto spesso per beneficienza e promotori erano la Sat, i pompieri, la Banda, il Moto Club. Con buffet e “cotillons” soprattutto, alcuni dei quali sono sopravissuti (in casa) come testimoni silenziosi di un epoca ormai passata. Certamente non erano veglioni di capodanno, ma erano pur sempre balli in teatro. Poi il teatro sparì per far posto a uffici e studi professionali. Per la verità anche alla prima sede della biblioteca comunale e a spazi espositivi.
Il Capodanno 2014 si è svolto anche all’interno del teatro. E’ stato proposto da AriaTeatro gestore della nuovissima struttura.
«Un tentativo - ci ha detto nei primi minuti del nuovo anno Denis Fontanari - e come tale va considerato: è la prima esperienza per noi, che andrà certamente migliorata, è anche il primo ballo in teatro e quindi difficile da attuare anche perché i tempi sono cambiati. Ma va bene così, accanto al pubblico affezionato al teatro, anche gente nuova. Evidentemente c’è curiosità attorno al teatro e ne siamo contenti».
Il ballo in teatro ha registrato la partecipazione di circa 120 persone, più o meno 60 coppie. Ingresso alle 22 e poi “biglietto ridotto” dopo la mezzanotte per attirare i giovani. Che hanno tuttavia disertato l’occasione, attirati evidentemente da alternative adeguate (vedi “Ciolda”, in riva al lago), come ambiente, musiche e bevande. Del resto, l’intenzione degli organizzatori non era certo quella di far concorrenza alle discoteche e simili. Persone vestite casual che più non si poteva. Qualcuno con giacca e cravatta in scuro, qualche signora in abito lungo (o corto) in nero, qualche timida scollatura, da sera. Un po’ di tutto, insomma, alla rinfusa.
Alle 22, presentazione con i suonatori: Giordano Angeli, Corrado Bungaro e Carlo La Manna. Ce l’hanno messa tutta a commentare con musica dal vivo la proiezione del film “La febbre dell’oro” un classico da 90 anni. Poi, nel foyer piattino di lenticchie, acqua con succo di lampone, mela in camicia, qualcuno ha cenato o quasi, e per mezzanotte spumante trentino. Quindi, appunto il ballo: il palco è stato liberato e via con le danze. Ma non c’era la folla.
Ancora un film classifico con “C’era una volta il west” di Sergio Leone. Ma molti erano già a casa e di giovani scatenati, ben pochi. Aperto anche il bar, aperte le porte per accedere all’esterno per una sigaretta.
E una chicca: per chi usciva un timbretto lavabile sulla mano: una donnina per le signore, un omino per i signori. E fuori, per le strade, i tradizionali botti, nonostante l’ordinanza che li vietava e che risale a 25 anni fa. Ma va bene così. Il teatro sta entrando nel sangue dei perginesi, non solo come luogo di spettacoli, ma anche di ritrovi per conoscersi, scambiare qualche parola.
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