Il pieno in Trentino, tra i più cari d'Italia
E il distributore più economico della città è destinato a chiudere: pericoloso
TRENTO. Rassegniamoci: possiamo cercare per chilometri il distributore più economico, possiamo fare il pieno solo al self service (rinunciando al lusso d’altri tempi del rifornimento servito), possiamo cercare l’offerta, lo sconto, il tagliandino, ma il pieno di carburante in Trentino resterà comunque tra i più cari d’Italia. Lo confermano le statistiche sui dati dell’Osservatorio sui prezzi dei carburanti istituito dal Ministero del governo.
Gasolio self, cioè il più eonomico? Terzultimi (peggio di noi solo la provincia autonoma di Bolzano e valle d’Aosta). Va un po’ meglio con la benzina, per cui siamo quintultimi (ma sempre davanti a Bolzano) distanti dai nostri vicini di Veneto e Lombardia.
E infatti basta avvicinarsi ai confini della provincia (ad esempio lungo la statale della Valsugana) per trovare prezzi inferiori. Un mercato difficile Le ragioni dei prezzi elevati del carburante in Trentino sono due: primo siamo in periferia e abbiamo un territorio complicato, secondo siamo numericamente poco significativi per le grandi compagnie che hanno un enorme potere nella definizione dei prezzi e non hanno alcun vantaggio a darsi battaglia riducendo i margini in un territorio dove le vendite sono limitate. Discorso che comincia a cambiare nel capoluogo, come dimostra l’indagine che il Trentino ha pubblicato ieri da cui risultano vari distributori che praticano prezzi “aggressivi”, molto inferiori a quelli che riescono a sostenere le stazioni di servizio delle località di montagna.
Primo fra tutti il distributore Esso del ponte di Ravina, destinato in questi giorni alla chiusura. Se volete rifornirvi in quella stazione di servizio dovete sbrigarvi: a giorni infatti arriverà l'ordine di chiusura. Lo ha stabilito la Provincia che ha lasciato decadere l’autorizzazione del distributore. La proprietà della stazione di servizio (Società Esso Italiana srl) ha presentato ricorso al Tar, ma proprio l’altro giorno i giudici amministrativi hanno detto no: il distributore deve chiudere. Troppo pericoloso, sostiene la Provincia, sulla base dei dati della polizia stradale e dei carabinieri che indicano in quel tratto della tangenziale ovest un alto tasso di incidenti stradali.
Il gestore, Oscar Demattè, protesta: «Non siamo noi ad essere pericolosi - spiega - ma il ponte di Ravina, che è stato costruito in un periodo successivo al nostro distributore e che per di più nel 2017 dovrebbe essere abbattuto. Diciamo che volevano toglierci di mezzo, proprio noi che nel luglio scorso abbiamo stabilito il record italiano di vendite della nostra compagnia con 900 mila litri di carburante. Mi aspetto che a giorni arrivi la comunicazione di Esso di chiudere l’attività: è una brutta botta perché al distributore lavorano cinque persone, con famiglia, senza contare che per rimodernare l’attività avevamo speso 350 mila euro, oltre agli investimenti effettuati da Esso».
Ma come si diventa primatisti nelle vendite? «E’ una strategia di Esso che ha abbassato i propri margini, noi abbiamo abbassato i nostri e i volumi di vendita sono aumentati in modo esponenziale tanto da consentirci di stare sul mercato».
Tra i concorrenti c’è anche chi parla di una strategia precisa di Esso che voleva mantenere alto il valore della propria area di servizio in una posizione strategica: vicino allo svincolo di Ravina e soprattutto vicino al nuovo ospedale previsto a Trento sud. Senza autorizzazione all’attività di distribuzione di carburanti ora l’area vale molto meno. Resta ancora da risolvere il nodo della bonifica dell’area: su questo i giudici del Tar hanno concesso la sospensiva. L’udienza in aula è prevista nel febbraio del 2015.