Il Patt fa «campagna acquisti» in città

Da Dal Rì a Zanlucchi, da Maestranzi a Patton: Panizza prova ad agganciare consiglieri di altri partiti per rafforzare la lista


di Chiara Bert


TRENTO. Dopo la conquista di Piazza Dante alle ultime provinciali, a meno sette mesi dalle elezioni comunali di maggio 2015 il Patt da il via a Trento all’«operazione allargamento». Obiettivo accrescere i consensi là dove è tradizionalmente più debole, in città. Nel 2009 si fermò al 4,72% (2290 voti), due soli seggi, lontanissimo dal 17% dell’Upt e dal 29,8% del Pd. Ma questa volta la prospettiva è diversa e il partito del presidente della Provincia, ancora con il vento in poppa, si è posto anche nel capoluogo l’obiettivo ambizioso del sorpasso sull’Upt.

Lo fa rinnovando il direttivo cittadino, con nuovi innesti ad affiancare la vecchia guardia dei Monti e dei Genetin. Ma lo fa anche agganciando consiglieri comunali di altre forze politiche che potrebbero transitare nella lista del Patt portando in dote nuovi voti e nuovi mondi.

Venerdì sera, al teatro di Cognola dove si è svolta l’assemblea per il rinnovo delle cariche cittadine, spiccavano tre invitati. Tre consiglieri comunali che non sono del Patt: Paolo Dal Rì, oggi nel gruppo Pdl ma da tempo in rotta con il partito; Paolo Zanlucchi, Udc, oggi gruppo Cdu; e Dario Maestranzi, Leali, da sempre battitore libero.

La campagna acquisti è partita, a condurla è in prima persona il segretario provinciale Franco Panizza, che nonostante il suo impegno di senatore a Roma rimane attivissimo sul territorio. I primi contatti risalgono a qualche mese fa, ma oggi l’operazione è entrata nel vivo. L’avvocato Paolo Dal Rì - che nel Patt ha legami di amicizia, come l’onorevole Mauro Ottobre - aveva già partecipato a una prima riunione, e oggi è in fase di riflessione. Sta valutando anche Paolo Zanlucchi: «Devo trovare una casa che sia il più vicino alla mia, di centro, autonomista, cattolica. Ma sempre, sia chiaro, dentro il perimetro dell’attuale maggioranza». Certo ci sono anche le sirene di Italia Unica, la nuova formazione di Corrado Passera che in Trentino ha il volto dell’ex senatore Tarolli, ma la sua collocazione è nel centrodestra.

Potrebbe approdare nel Patt anche Dario Maestranzi, ex liberal di Forza Italia, poi passato in maggioranza con i Leali. «Ho accettato volentieri l’invito - spiega - ho notato attenzione per temi a me cari, lo sviluppo economico e il decoro della città, e l’asse strategico con il mondo tedesco. E ho apprezzato molto l’intervento del presidente Rossi, che ha parlato di unioni civili, di necessaria razionalizzazione dei servizi e di un Trentino che è cresciuto meno del resto del Nordest e che si è disabituato a competere rispetto ad altri territori».

Chi per ora pare deciso a resistere alla corte del Patt è Marco Patton, consigliere Upt ma con un passato autonomista a inizio anni ’90, ai tempi della Lega autonomista delle liste civiche di Domenico Fedel. «Devo ancora decidere se ricandidarmi», spiega Patton, «per me quello che conta è il programma ma io ho già detto che non ho intenzione di cambiare casacca».

La voce che la campagna acquisti di Panizza peschi anche tra i propri consiglieri è arrivata in casa Upt e il partito ha messo in atto le contromosse. Le segreterie provinciale e cittadina, insieme alla commissione elettorale, stanno convocando i consiglieri uscenti per sondare le loro intenzioni e fronteggiare eventuali disorientamenti dopo che nell’ultimo anno il gruppo comunale ha già perso pezzi per strada (Luca Pisoni e Guido De Stefano).

La corsa a maggio sarà durissima per tutti, visto che i consiglieri comunali scenderanno da 50 a 40 e non ci sarà più la porta girevole per gli assessori: in totale 18 posti in meno. C’è chi ha già calcolato che questa volta per essere eletti serviranno almeno 400 voti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.