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Il papà non riporta il figlio Mamma chiama i carabinieri

La coppia è separata a da poco. Il bambino aveva voluto restare a dormire dal padre perché la donna era al lavoro. Lei però ha fatto intervenire i militari



TRENTO. Doveva portare il figlio a casa dei nonni, domenica sera. La triste incombenza di tutti i papà separati. Una domenica sì e una no, dopo aver passato la giornata con i figli, devono riportarli dalla madre. Qualche volta i bambini piangono e non accettano il distacco. Basterebbe un po’ di buon senso Solo che la settimana scorsa in un paese del Trentino, che non nominiamo per non far individuare i protagonisti, la mamma ha fatto intervenire i carabinieri per farsi portare a casa il bambino. I militari hanno bussato alla porta del padre, ma hanno dovuto desistere perché ormai il piccolo stava dormendo. Così un bambino di appena sei anni ha rischiato di subire ancora più danni dal conflitto tra il papà e la mamma. Però la vicenda rischia di non finire qui, visto che la madre ha minacciato di andare avanti con azioni legali.

Tutto è iniziato il tardo pomeriggio. Il piccolo doveva stare con il padre, un artigiano, fino alle 18 e poi avrebbe tornare a casa dalla mamma. Solo che l’altra domenica la donna stava lavorando come barista in un locale e il figlio sarebbe dovuto restare con i suoi genitori. Il piccolo, però, non ne voleva sapere di andare dai nonni. Si è messo a piangere e il padre ha deciso di tenerlo con sé. Lo avrebbe portato dalla madre il giorno dopo. Però la situazione non era, e non è, delle più tranquille. Infatti, la separazione è stata molto conflittuale con accuse di tradimenti da parte dell’uomo alla moglie che, a sua volta, ha accusato il marito di indifferenza e apatia. Di questa situazione ne ha pagate le spese il bambino che ha vissuto un clima molto conflittuale. I due coniugi si sono separati da poco e si sono dati battaglia su tutto, dai giorni di affido fino all’ammontare dell’assegno di mantenimento dei figli. Una battaglia a tutto campo che rischia di coinvolgere oltremodo i bambini.

Infatti, l’altra domenica, quando il bambino non aveva voluto andare dai nonni, il padre ha chiamato i carabinieri per avvertire che non avrebbe rispettato le prescrizioni della sentenza di separazione. La sentenza, infatti, prevede che il bambino sia affidato al padre un fine settimana sì e uno no e che debba tornare a casa dalla mamma entro le 18. Il padre, ben conoscendo la rigidità della moglie, ha chiamato i carabinieri, ma anche la donna li aveva chiamati. Così i militari poco dopo si sono presentati a casa del padre. Su richiesta della madre, avrebbero voluto prelevare il bambino e portarlo dalla donna. E’ dovuto intervenire l’avvocato dell’uomo spiegando che la sentenza di separazione è una sentenza civile e non prevede certo l’immediata esecuzione. Un bambino non è un pacco e non può essere pignorato e spostato da una casa all’altra. Così ha prevalso il buonsenso e il bambino è rimasto a dormire dal padre. Poi è stato portato a casa della madre il giorno successivo. Però la storia è un emblema di come ormai molte separazioni si trasformino in una guerra di religione vera e propria. (u.c.)













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