Il paese piange: «Ci siamo schiantati assieme a loro»

La sindaca Nardin ha proclamato il lutto cittadino Mazzi di fiori davanti alla bottega dove lavorava Laura



CEMBRA. Nel portone della vecchia casa dove abitavano Laura e Francesco, in via Carraia, sotto il sole dell’una si infilano una ragazzina e la madre, con gli occhi rossi. Ad attenderli c'è Stella, la cagnolina della famiglia Merz, che gironzola ignara. A quest’ora le strade del paese sono vuote: fa caldo e tutti sono a pranzo. Pochi minuti dopo compare un ragazzino, il figlio più piccolo della coppia, a cercare la bastardina: è vecchiotta e quasi cieca, meglio che non si allontani troppo. Non la vede, riesce a scovarla in una corte vicina, la prende in braccio teneramente e la riporta a casa. Ma prima si premura di chiederci se abbia tentato di mordere.

Sono tantissime le persone che ieri hanno voluto far sentire la loro vicinanza ai due giovani (la sorella ha quasi 18 anni) e agli altri parenti più stretti entrando in quel portone e salendo le scale fino all’appartamento della famiglia Merz.

Il giorno dopo la tragedia, una tragedia così grande, è difficile per tutti pensare che sia accaduto davvero: che dei genitori, degli amici, dei colleghi e dei compaesani così attivi e presenti nella comunità, così simpatici e disponibili con gli altri, così vicini e innamorati dei loro figli, siano scomparsi. Che domenica pomeriggio siano usciti per un gelato al lago e non siano tornati: che non tornino più.

La sindaca, Antonietta Nardin, ha proclamato il lutto cittadino, annullato il consiglio comunale di oggi (giorno del funerale, che si terrà alle 17.30 alla chiesa arcipretale) dedicato ai festeggiamenti per gli atleti del curling e cancellato il concerto di domani: «Serve a poco, ma nessuno qui in paese ha lo spirito per partecipare a questi appuntamenti. È calata una cappa sulla nostra gente: su quella strada ci siamo schiantati anche noi». Conosceva bene Laura, la sindaca: «Le nostre figlie facevano danza classica assieme da piccole e lei si era come sempre prestata a dare una mano. Era portata ad avere a che fare con la gente e non era una posa: anche le sorelle e l’anziana mamma sono molto disponibili. Una bella famiglia».

L’assessore Fabio Savoi la descrive come l’anima del Val di Cembra Volley: «Si occupava a tutto tondo della società e ci telefonava per organizzare le trasferte. Da quattro anni organizziamo la festa patronale di San Rocco per raccogliere i fondi da dedicare alla pallavolo: lei e suo marito c’erano sempre, in prima fila. Era una lavorata ma anche un divertimento perché si coinvolgevano i ragazzi». Non tutti sapevano della moto: «Io non li avevo mai visti arrivare in sella e quando ho sentito dell’incidente non ho collegato subito...».

In piazza San Rocco, il panificio “Il forno” dove lavorava Laura Nardon è chiuso per lutto. Per terra due mazzi di fiori, un terzo attaccato alla maniglia della porta. Una signora con il velo passa con i figli: «Era una brava persona, sorridente. Regalava sempre le caramelle ai miei bambini». Lì accanto c’è la macelleria: «Una lavoratrice, Laura: dalle 6 e mezza era lì, anche la domenica», dice il titolare, Luigi Paolazzi. «Tutte le persone che oggi entrano in negozio hanno il magone».(l.m.)













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