Il “killer dei cani” semina il terrore
Da Borghetto a Folgaria: cresce il numero dei casi sospetti e degli animali avvelenati. Il veterinario: fenomeno rilevante
ROVERETO. In Vallagarina ci sono persone che, deliberatamente, mettono del pesticida in esche di carne, apposta per colpire e uccidere cani. Li potremmo chiamare "killer dei cani". Sono i famigerati bocconi avvelenati: lo scorso anno sono stati quasi una decina i casi accertati, e quest'anno ci sono già nove segnalazioni. La regola, per chi porta a passeggio il proprio cane nel bosco, è tenerlo al guinzaglio, o quanto meno controllato. E se comincia d'improvviso ad avere conati di vomito o diarrea, bisogna portarlo di corsa dal veterinario.
sintomi successivi sono di tipo neurologico: convulsioni e coma, prima della morte, che è straziante. Giuseppe Eccheli, del servizio veterinario dell'azienda sanitaria conferma che il problema c'è, ed è reale. E purtroppo nessuno dei colpevoli, in tempi recenti, è stato individuato. «Si tratta di un fenomeno abbastanza rilevante, anche se non drammatico. Il consiglio da dare è di tenere il cane controllato, meglio se con guinzaglio o museruola laddove possibile, soprattutto nelle zone dove sono già stati segnalati dei casi accertati». E quali sono le zone a rischio?.
«Nel 2016 abbiamo avuto 30 segnalazioni. Come da prassi, inviamo i reperti (carcasse o esche sospette) al laboratorio di zooprofilassi di Padova, che sottopone il materiale ad un ampio spettro di verifiche su veleni. Sono stati positivi due casi a Besenello, uno a Volano, due a Rovereto (Bosco della Città e Moietto), uno alla Sega di Ala, uno a Carpeneda di Folgaria, uno a Mori. Quest'anno abbiamo avuto segnalazioni a Borghetto, Folgaria, Besenello, Rovereto, Villa Lagarina, Servis; in alcuni casi le analisi sono in corso, per due (Besenello e Servis) l'esito è stato negativo».
Nei casi positivi i laboratori notificano la notizia di reato al sindaco del Comune interessato e alla procura, in questi casi di Rovereto. I veleni sono vari, ma tutti riconducibili, come ci spiega Eccheli, ad alcuni tipi pesticidi, che peraltro sarebbero tutti vietati dalle nuove norme. «Ma probabilmente c'è chi ancora ne possiede nelle vecchie scorte», commenta il veterinario. Finché non si individuerà un colpevole, si possono fare solo ipotesi sul perché certa gente sparga bocconi avvelenati in giro. «La spiegazione - dice Eccheli - è avversione verso gli animali. Alla Sega di Ala probabilmente i bocconi erano destinati a lupi o cinghiali, ma negli altri casi si voleva colpire i cani». Magari perché a questi ignoti "killer di animali" dà fastidio il cane del vicino, oppure ce n'è uno che passeggia libero vicino alla sua proprietà, ecco che allora pensano bene di ucciderlo in uno dei peggiori modi possibile.
Resta quasi impossibile riconoscere le esche avvelenate, che si presentano come piccoli bocconi di carne. «Nel caso contengano metaldeide possono assumere un colore azzurrognolo - dice Eccheli - o avere un odore particolare. In ogni caso è opportuno segnalarle alla forestale o, con le dovute precauzioni, raccoglierle e portarle ad un veterinario».
©RIPRODUZIONE RISERVATA