Il “Grillo” di Zandonai incanta il pubblico
Successo per l’allestimento dell’opera prima del musicista roveretano in scena alla Filarmonica
ROVERETO. Successo per il nuovo allestimento del Grillo del Focolare (proposto alla sala Filarmonica), opera prima di Riccardo Zandonai, musicista di Sacco che nel 1908, a venticinque anni, portava sulla scena un lavoro già pienamente maturo. La storia, tratta da una delle novelle di Charles Dickens, è apparentemente piana: interni domestici, relazioni familiari, la classica agnizione di un figlio emigrato che rientra sotto false spoglie giusto in tempo per sottrarre l’antica fidanzata al matrimonio combinato con il cattivo di turno. Intorno a questa trama si sviluppano sentimenti complessi e contrastanti: tenerezza coniugale e filiale, inganni per amore, calunnie, angoscia per sospetto tradimento. Tutto si scioglie lietamente in spirito natalizio (coro finale diretto da Erika Eccli) dopo un percorso unitario per i forti richiami tematici, ma estremamente vario tra situazioni comiche e momenti di lirismo intensissimo. Personificazione della serenità domestica, il grillo è sempre evocato, quando canta e anche quando tace: sta nelle parole dei protagonisti (Dot e John) ma soprattutto nella parte orchestrale che lo mette in scena fin dalla prima battuta, spargendo nella partitura acciaccature onomatopeiche.
Parliamo di orchestra e di partitura anche se, nell’impossibilità di radunare l’orchestra poderosa e variegata di Zandonai, l’opera è stata sostenuta dal pianoforte di Filippo Bulfamante, responsabile anche di tutta l’organizzazione artistica e della concertazione generale. La regia di Giuseppe Calliari ha sottolineato le pieghe psicologiche del racconto dickensiano; un fuoco animato ha reso il clima di fondo, mentre filmati della Londra contemporanea e vecchie incisioni ottocentesche si sono alternati mettendo in relazione due epoche. Sfruttando il bilinguismo e l’aplomb recitativo di Jacopo Bertucci (Dickens), Calliari ha diviso e ricucito l’opera in dieci parti collegate da interventi esplicativi e citazioni dal testo originale. Su una controllata geometria di movimenti si sono mossi i cantanti, tutti con importanti esperienze teatrali: Ombretta Macchi, Gabriele Spina, David Sotgiu, Filippo Bettoschi, Francesca Poropat, Massimo Rossetti e Norma Raccichini. La produzione dell’opera è stata curata dalla Civica scuola musicale e dal Centro internazionale di Studi “R. Zandonai”.