«Il gioco d’azzardo non sia sponsor dove c’è il Trentino»
Mozione del Pd: «No alla Farfalla della Provincia sulle maglie delle squadre con i marchi delle scommesse»
TRENTO. La compresenza del marchio del Trentino, la Farfalla, ed il nome di una azienda che gestisce sale da gioco, ha messo in allarme la politica che ieri in Provincia ha votato un ordine del giorno ad hoc: «La mozione impegna la giunta a dare disposizioni agli enti strumentali, ed a Trentino Marketing in particolare, affinché nelle campagne di sponsorizzazione o di promozione il logo, la Farfalla e l’immagine del nostro territorio non sia accostata a pubblicità concernenti l'attività di sale da gioco, la fruibilità presso gli esercizi pubblici degli apparecchi da gioco e il gioco d’azzardo on line» nota il primo firmatario Alessio Manica, capogruppo del Pd.
In questo caso di parla di hockey, mentre in passato la presenza di un marchio legato alle scommesse on line aveva portato anni fa la Diatec, serie A di pallavolo, alla rinuncia di uno sponsor per giocare le coppe internazionali.
Da allora l’attenzione sul tema è molto cresciuta e le squadre professionistiche non prendono più in considerazione marchi che pubblicizzano il gioco d’azzardo. In tema di sponsor inusuali si ricorda pure il caso del Calcio Trento che, una decina d’anni orsono, non disdegnò di avere il nome di una casa di appuntamenti di Innsbruck tra i principali finanziatori.
Ma torniano alla mozione votata ieri in modo unanime, con l’eccezione di due astenuti: «Ci sono infatti società sportive trentine, sponsorizzate dalla Trentino Marketing, che affiancano al marchio della Farfalla la sponsorizzazione di una nota società di gioco d’azzardo sia on line che con sedi fisiche diffuse in tutta Europa. Tre sale si trovano anche a Trento».
«Affiancare il marchio territoriale a quello di una società di gioco d’azzardo – a maggior ragione in un ambito, come quello sportivo, di forte attrazione per i più giovani – è diseducativo e appare poco coerente con gli indirizzi legislativi e gli obiettivi che la nostra Provincia si è data con la l.p. 13/2015 (“Interventi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco”) e con l’Ordine del giorno del Consiglio n. 175/XV (“Destinazione di parte delle risorse dedicate alla sanità agli interventi di prevenzione e cura delle dipendenze da gioco”» conclude la mozione.
Insomma il tema della sponsorizzazione, di quanto sia possibile accettare finanziatori in nome del «pecunia non olet» torna prepotentemente di attualità, in presenza di denaro pubblico e di settori contro cui, il gioco d’azzardo, la Provincia, è impegnata a fare dissuasione. (g.t.)