Il ghiacciaio restituisce 200 granate
La scoperta del soccorso alpino della Finanza sotto cima Ago di Nardis. La lingua di proietti copre una zona vastissima
TRENTO. I ghiacci si sciolgono e portano alla luce il passato. Sulla Presanella è successo pochi giorni fa e quello che è emerso dalla coltre bianca è un vero arsenale: 200 granate della prima guerra mondiale. Una lingua di proietti sulla Vedretta Nardis che occupa un’area molto grande e che a suo modo racconta quello che è successo quasi un secolo fa a 3 mila metri di quota. La scoperta è stata fatta, in modo assolutamente casuale, dalla guardia di finanza.
Durante una manovra di addestramento in alta quota, dopo un lungo percorso, una pattuglia della Stazione del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Tione di Trento ha rinvenuto 200 granate del calibro 85/100 millimetri, del peso rispettivamente di 7 e 10 chili l’una, risalenti al primo Conflitto Mondiale. Il ritrovamento è avvenuto a seguito di un parziale disgelo dei ghiacciai perenni della Vedretta di Nardis del Gruppo della Presanella, conseguente al forte caldo che ha colpito negli ultimi tempi anche le più alte vette italiane e che ha fatto affiorare dai ghiacci alcune punte metalliche di colore brunito. In una posizione più nascosta rispetto al percorso seguito in addestramento, grazie all’attenzione dei militari a quelle che apparivano, a distanza, come normali rocce emerse dal ghiaccio a seguito del forte caldo, ad una quota di quasi 3.200 metri, al di sotto della Cima Ago di Nardis, è stata così individuata un’area di alcune centinaia di metri quadrati, ove giacevano disseminati gli ordigni bellici.
I reperti bellici sono stati geo-localizzati attraverso l’utilizzo di strumentazione Gps e sottoposti a rilievi fotografici dalla componente specialistica d’alta montagna della Guardia di Finanza nonché immediatamente segnalati per l’isolamento ed il recupero. Recupero che avverrà nel futuro e che non sarà agevolissimo sia a causa della posizione delle granate sia per la quantità.
L'Ago di Nardis si trova sul lungo costone che si stacca dalla dorsale principale del gruppo della Presanella nei pressi del monte Gabbiolo e scende fino al Tamalè sopra lo sbocco della val Genova, separando la val Gabbiolo e la val Rocchette, a ovest, dalla val Nardis, a est. La zona non fu teatro di scontri diretti durante la prima guerra mondiale, ma tutta la dorsale dal passo del Gabbiolo al Tamalè fu presidiata dagli austriaci con numerose postazioni di artiglieria. Le postazioni erano rifornite con una teleferica che da Pinzolo saliva con tre tronchi fino alla spalla i 3.244 metri dell'Ago di Nardis. Due obici erano installati nei pressi della sella a nord dell'Ago; altri due più a sud, nei pressi del Croz della Baracche; uno sull'ultimo rilievo della dorsale, al Tamalè. Poco più a monte dell'Ago, alle pendici di Punta Botteri, nell'estate 2000 è riaffiorato dal ghiaccio un cannone austriaco di fabbricazione Skoda.
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