Il futuro fa paura: calano le richieste di prestiti
Il presidente Marega: «Sempre meno imprese e famiglie decidono di investire» La banca taglia i costi: blocco del turn over e razionalizzazione delle filiali
ROVERETO. «Un bilancio bello e dignitoso tenuto conto dei tempi che viviamo in un contesto economico difficile» l’ha definito Paolo Marega, presidente della Cassa Rurale di Rovereto, riferendosi ai risultati del 2011 dell’istituto di credito cooperativo. Bello e dignitoso soprattutto di questi tempi «con il futuro che fa paura sia alle imprese che alle famiglie. Non c’è più, o quanto meno si è ridotta di molto, la propensione ad investire, a fare progetti nuovi. E questo è un segnale importante che dà la dimensione del momento difficile che stiamo attraversando».
Ma per arrivare a chiudere il bilancio con un utile di quasi 1 milione e 600 mila euro (meno 10% rispetto al 2010) anche la Cassa rurale ha dovuto contenere le spese di gestione tanto da ridurre del 2,4% i costi operativi. «Di questo ringrazio la direzione - ha sottolineato Marega che al suo fianco aveva il vicepresidente Silvano Piazzini che non si ricandida - che pur tagliando i costi ha saputo offrire alla clientela un servizio sempre all’altezza». Taglio dei costi grazie anche al blocco del turn over, ha sottolineato il direttore Luca Filagrana, assicurando comunque che non ci saranno assunzioni «i dipendenti rimarrano lo stesso numero». Eppoi le filiali «sulle quali dovremo fare un ragionamento una volta completati i lavori a palazzo Balista» (tra l’altro proprio in questi giorni è arrivato l’ok al restauro da parte della Sovrintendenza dei beni culturali). «Abbiamo chiuso via Garibaldi e rimodelleremo la presenza di alcune di queste sul territorio comunale. Abbiamo quattro agenzie tra Sacco e San Giorgio, ma non chiuderemo le filiali periferiche. Inoltre per alcuni sportelli abbiamo rinegoziato gli affitti tanto che in un caso siamo passati dai 5.000 ai 600 euro mensili» ha ricordato Filagrana.
Entrando nelle cifre specifiche del bilancio sia il presidente che il direttore hanno evidenziato come gli accantonamenti per rischi futuri, vale a dire possibile perdite su crediti, siano stati elevati a 4,5 milioni: «Rappresentano la nostra preoccupazione su quello che potrebbe avvenire. E’ una preoccupazione severa per essere tranquilli, perché siano cifre reali, vere, concrete. Discreto - ha detto Marega - il margine di interesse aumentato del 4,7% . Contenuta la crescita dei crediti verso la clientela (più 0,8% pari a 5 milioni di euro, mentre si è verificata una floessione nella raccolta diretta (meno 1,7%) pari a circa 2,3 milioni duro. Significativo, invece, l’aumento della raccolta indiretta pari a 20milioni».
E in un momento di austerità il via ai lavori per la nuova sede ha contribuito a dare fiato ad un settore, come quello dell’edilizia, in gravissime difficoltà. «Si tratta di lavoro per le imprese locali a testimoniare la vicinanza di una banca come la nostra al territorio, ai propri soci e ai propri clienti. E questo fa la differenza rispetto alle altre banche che, non possiamo negarlo, ci fanno concorrenza. Ma loro, a differenza di noi, raccolgono qui e prestano fuori e sottraggono risparmio al Trentino per finanziare le attività locali» hanno detto i vertici della Rurale roveretana.
Ma c’è un’altra faccia della medaglia che è rappresentata, come illustrato da Romeo Larcher, dal valore aggiunto (quanto distribuito alle persone e al territorio) che nel 2011 ha superato i 21 milioni. Molte le iniziative sostenute destinando 500.000 euro in beneficenza e pubblicità che ha consentito a molte associazioni di svolgere le loro attività.
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