Il corvo finto tiene lontani i piccioni

Trento. Se si parla di corvi viene in mente il lungo componimento di Edgar Alan Poe e che quando il “Corvo” uscì la prima volta, nel 1845, in un numero di febbraio della American Review, era firmato...



Trento. Se si parla di corvi viene in mente il lungo componimento di Edgar Alan Poe e che quando il “Corvo” uscì la prima volta, nel 1845, in un numero di febbraio della American Review, era firmato “Quarles”. Il poema richiamò l’attenzione del pubblico ma per qualche tempo l’autore rimase sconosciuto. Poë, in un incontro, recitò il Corvo e sentì che doveva esserne l’autore.

Poi viene alla mente “The Crow”, il film del 1994 diretto da Alex Proyas, in cui l’attore protagonista, Brandon Lee, rimase ferito accidentalmente sul set durante le riprese da un colpo di pistola e successivamente morì in ospedale durante l'intervento chirurgico.

Il corvo di Trento nulla ha a che vedere con “Gli uccelli” di Hitchcock e nemmeno con “Uccellacci e uccellini” di Pasolini. Trattasi di una riproduzione del volatile dall’inconfondibile piumaggio nero, che ha fatto la sua apparizione, pur se parzialmente celata da sedie, tavolini, piantane di ombrelloni e fioriere, all’esterno di bar e locali pubblici del centro storico.

Introvabile nei negozi di casalinghi, irreperibile pure dai cinesi, si può ordinare online – dai 4,99 euro in su - e ricevere a casa dopo un paio di giorni. C’è solo l’imbarazzo della scelta, delle misure, del modello, della quantità. Da appendere, da far muovere grazie al vento, da azionare a batterie. Si tratta del volatile scuro che ha un’unica funzione, tenere lontani i piccioni che si intrufolano tra le sedie e le gambe degli avventori per raccogliere briciole di brioches cadute tra i cubetti di porfido. Se sfiorati, lanciano un verso che dovrebbe terrorizzare i pennuti che albergano da sempre in piazza Duomo e dintorni. Ma così pare non essere. Anche se i corvi sono naturali nemici degli uccelli più piccoli come piccioni, colombe e passeri e la loro presenza dovrebbe essere sufficiente per impaurire e tenere lontani quegli uccelli, pare abbiano poco successo. Infatti, i passeracei riescono a becchettare indisturbati mentre i colombi, dopo i primi timidi approcci, riescono ad avere la meglio. Con buona pace di baristi, clienti e chi in queste calde giornate si trova a transitare e sostare ai tavoli del salotto buono della città. C.L.













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