Il biotopo Baruchelli diventa una “zona franca” 

Il caso. Macchine parcheggiate ovunque e campeggio “selvaggio” senza distanziamenti L’area che il Wwf chiedeva tutelata e protetta in questi week end ha subito l’assalto dei turisti



Pergine. Sono trascorsi quasi due anni da quando il Wwf del presidente Aaron Iemma, organizzò una “giornata ecologica” intitolata “Biotopo Baruchelli Day” per chiedere che l'intera zona umida in fondo al lago di Levico venga salvaguardata vietando i parcheggi delle auto e quindi tenendole a debita distanza, proponendo un progetto, redatto dal Comitato “In armonia con il lago”, in alternativa a ciò che prevedeva la Provincia che voleva collegare i due rami di sentiero attorno al lago per permettere una passeggiata ad anello realizzando due tratti di passerella per superare il biotopo e una massicciata con sassi ciclopici. In seguito a quella giornata ecologica e 2.700 firme raccolte dal Comitato, il Comune di Pergine e di Tenna agevolarono un collegamento senza la realizzazione di nuovi tracciati, limitandosi a sistemare l'esistente senza provocare danni al biotopo Baruchelli, con una sentieristica compatibile con l’ambiente che permette di completare il giro ad anello del lago di Levico.

In tempo di Covid le preoccupazioni di chi si trova a passare dal biotopo sono altre da quelle del Wwf di due anni fa che sosteneva che «permettere il parcheggio delle auto favorisce l’abbandono di rifiuti da parte dei bagnanti». Il biotopo si raggiunge da Levico per la strada dei pescatori, oltrepassando le “villette dei tedeschi” in fondo al lago, e da Visintainer, località del Comune di Pergine con una ventina di abitanti lungo la strada che dal campo sportivo di Ischia costeggia la sponda del lago di Levico fino al centro balneare, mentre dall’altra sponda (sotto il colle di Tenna) c'é una pista pedonale lungo tutta la riva.

Una zona per altro molto “sorvegliata” dagli steward che raggiungono di quando in quando la fine del lago sul gommone, e che vede il passaggio saltuario di macchine delle forze dell'ordine. Ma lo spettacolo che si presenta puntualmente nei weekend estivi (fatto salvo l’ultimo bagnato come nessun altro prima questa estate) è quello di un parcheggio ininterrotto di auto da Visintainer fino al biotopo, e appena sotto la strada dietro le piante, gente che giustamente si gode la domenica low cost sul lago di Levico, senza però curarsi troppo di osservare le direttive sanitarie alle quali si sottopongono invece i turisti in qualsiasi albergo del circondario. Nelle scorse settimana vi si sorprendevano dedine di ragazzi e ragazze accampati su una spiaggetta in pieno biotopo con tende, falò, materassi e coperte per terra, amache tra le piante. Nessuna mascherina, come per altro non se ne saono praticamente mai viste neppure in spiaggia libera a Levico, e l'impressione di essere capitati in una riedizione di Woodstock fine anni Sessanta, quando “distanza sociale” era più o meno una bestemmia, e a memoria ricordiamo che cosa rimaneva sul terreno dopo quei raduni. Con il montare di quella che sembra essere una possibile e probabile seconda ondata di contagi, certe “zone franche” dovrebbero forse preoccupare le amministrazioni comunali, anche se l'azione di prevenzione non pare semplice, ma evidentemente complessa. F.Z.













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