Il Bazar Moser di Gardolo ora si arrende e chiude 

Bottega Storica nata nel 1920 era l’ultimo negozio che vendeva di tutto Gli ipermercati e soprattutto internet sono concorrenti troppo forti da battere



GARDOLO. A chiudere non sarà solo un’altra Bottega Storica, ma anche l’ultimo Bazar di una tradizione commerciale storica in Trentino. Abbasserà la saracinesca nei prossimi giorni il Bazar Moser di Gardolo, dopo che altrettanto avevano fatto Chesani a Trento, Malfer a Rovereto, ovvero quei punti vendita nei quali si poteva trovare di tutto, all’infuori dei generi alimentari. Quello di Gardolo era un bazar passato da padre in figlio, a partire da Lino Moser che che lo aprì nel 1920 fino ad arrivare alla gestione della quarta generazione. Mille metri di superficie nella quale si può trovare di tutto, ma con una particolarità: quella che in ogni settore sono a disposizione commesse specializzate. Non per nulla il Bazar Moser era diventato un punto di riferimento non solo per il Trentino, ma anche per la Bassa Atesina e Bolzano. Dopo la scomparsa di Alberto Moser, i nipoti hanno tenuto duro ancora per qualche anno fino ad arrivare ad arrendersi ad una realtà di mercato che è del tutto cambiata: “Ad andare in crisi non è stato un singolo settore, ma c’è stato un calo generalizzato contro il quale è fondamentalmente impossibile intervenire in maniera efficace. Eravamo un punto di riferimento, perché si era gli unici ad avere questi prodotti che oggi sono venduti dagli Ipermercati a poche centinaia di metri da noi. Se un articolo – spiega Nicola – poteva essere in un certo senso una rarità, oggi lo si trova facilmente online”. Certo un mondo che cambia, nel quale sembra non esserci spazio sia per la tradizione che per i sogni: «La possibilità che un ragazzo a trent'anni possa costruirsi una casa: Gardolo è praticamente nata così. I giovani prima compravano il terreno, poi nel tempo libero aiutandosi l'uno con l'altro, si costruivano la loro casa. Oggi è impensabile». E’ un passo dell’intervista che avevamo fatto a Alberto Moser che ricordava anche come fossero cambiate le usanze della clientela: “Una volta vedevamo le persone una, massimo due volte al mese e quasi mai le stesse. Oggi tutti entrano anche più di una volta alla settimana. Anni fa c'erano delle tradizioni che condizionavano il commercio, come il cambio delle tende per Pasqua. Finiva che si vendevano solo in quel periodo e mai tutte insieme. Oggi la richiesta arriva per tutto l'anno e si compra in blocco». Il futuro ora è quello di un esaurimento delle scorte di magazzino per arrivare ad una svendita finale, prima di consegnare il Bazar ad una nuova attività. (d.p.)













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