I nuovi cartelli dell’Avs sono monolingui

Sono stati montati a Lana ignorando l’invito della Provincia. Sartori (Cai): «Una decisione miope e inaccettabile»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Errare è umano, perseverare è diabolico. Ci riferiamo alla scelta dell’Alpenverein, ed in particolare della sezione di Lana, di installare cartelli monolingui lungo i sentieri 33 e 34 ignorando anche la raccomandazione (all’assemblea dell’Avs) del maggio scorso della stessa Provincia. La giunta aveva chiesto, infatti, il bilinguismo almeno per i Comuni e le località più conosciute. Invece Marlengo è indicato solo con Marling, Cermes è Tscherms e la funivia di San Vigilio è indicata esclusivamente con il toponimo Seilbahn Vigiljoch. Ma tra le indicazioni monolingui “minori” ci sono anche Almboden, Eggersteig e Basling (Baslan). Di più: è stata fatta “pulizia” anche rispetto alla vecchia cartellonistica, dove quantomeno era rimasto il termine funivia accanto a Vigiljoch.

A sottolineare lo sgarbo alla comunità italiana dell’Alto Adige, ma anche a migliaia di turisti che ogni anno percorrono i sentieri della zona di Lana, sono stati due soci di lungo corso del Cai, che non hanno gradito affatto l’ennesima forzatura. «Noi ci atteniamo rigorosamente alle regole - spiegano - come è giusto che sia, gli altri invece fanno di tutto per eliminare i toponimi italiani, facendo venire meno il principio del bilinguismo lungo i sentieri di montagna. È anche una questione di sicurezza, oltre che di rispetto dell’altro gruppo».

Appresa la notizia anche il presidente del Cai Alto Adige Claudio Sartori si è detto «profondamente deluso» e assolutamente contrario a questo modo di procedere.

«Proprio a Lana - sottolinea - all’ultima assemblea Avs il presidente della giunta provinciale Kompatscher aveva sottolineato in modo chiaro che la nuova segnaletica di montagna avrebbe dovuto essere bilingue. Anche - ma non solo - per una questione di sicurezza». L’invito del presidente del Cai è quello di «guardare avanti» e di «avere l’intelligenza di superare divergenze e nazionalismi che appartengono al passato». Poi l’assicurazione ai soci Cai inviperiti per quanto accaduto a Lana: «Sottoporrò la questione al collega Simeoni dell’Avs e lo inviterò a far rispettare il principio del bilinguismo anche per la segnaletica di montagna».

Della questione si era occupato negli anni scorsi (tra il 2012 e il 2013) anche il Procuratore Guido Rispoli che pur avendo presentato richiesta di archiviazione per la relativa inchiesta (il filone principale vedeva indagati per abuso d’ufficio otto funzionari provinciali) aveva spiegato che era in atto una sorta di “pulizia etnica” della microtoponomastica italiana. Si tratta di iniziative prese, solitamente, dalle singole sezioni dell’Avs e non solo nelle vallate periferiche. Uno dei casi più eclatanti è quello registrato un paio di anni fa nel Comune di Appiano dove (in piazza) alla dicitura tedesca St.Pauls e Montiggl non corrispondeva quella italiana San Paolo e Monticolo. Ieri sulla questione è intervenuto anche il presidente dell’Avs Georg Simeoni che si è detto sorpreso. «Il bilinguismo, per località come Cermes e Marlengo, è giustificato. Sentirò a breve il direttivo della sezione di Lana».

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