I «forconi» querelano il Governo
Anche il locale «Comitato 9 dicembre» lo accusa di istigazione al suicidio
ROVERETO. Partono oggi. Sono determinati, ma pacifici. Stiamo parlando dei componenti locali del «Comitato 9 dicembre» che domani saranno a Roma per partecipare alla grande manifestazione nazionale. «Non so ancora quanti saremo – rivela Bruno Festi, che del comitato locale è il coordinatore – ma la speranza è quella di essere in tanti. La nostra prima tappa sarà Brescia, dove ci uniremo agli altri manifestanti e poi proseguiremo verso la Capitale. Anche tra i lagarini, intanto, molti hanno firmato la denuncia-querela contro il governo sulla base dell’articolo 580 del codice penale che recita: «Chiunque determina altrui al suicidio – recita l'articolo 580 – o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima». Nei giorni scorsi, nei presidi di tutta Italia è stato diffuso un modello di denuncia da scaricare e compilare per rendere reale la querela “di massa” nei confronti del governo Letta e del precedente governo Monti. Un'idea che è nata e si è diffusa su Facebook. «Credo si sia ragiunto ormai un numero attorno alle 45mila denunce – spiega Festi – e anche da noi molte persone hanno deciso di compilare quel modulo». Un una richiesta forte e cioè quella di procedere penalmente nei confronti di tutti i membri del governo, di tutti i deputati e di tutti i senatori dell'attuale e passata legislatura che hanno assistito incuranti al volgere della crisi e alle sue drammatiche conseguenze. Chi si è tolto la vita in questi mesi e anni, infatti, secondo i manifestanti, lo ha fatto spinto alla disperazione dall’immobilismo e dall’incapacità di chi ci governa.