I fondi ai gruppi saranno quasi azzerati
Gli effetti del decreto: lieve riduzione delle indennità dei consiglieri, ma per Dellai 33 mila euro netti in meno all’anno
TRENTO. Nella Babele di interpretazioni sui meccanismi del decreto, qualcosa di certo c’è: alcuni dei tagli imposti dal governo alle Regioni incideranno pesantemente sui costi della politica trentina. A partire dai fondi ai gruppi consiliari, che in Trentino-Alto Adige rischiano di essere pressoché azzerati. Conseguenza inevitabile dello scandalo del Lazio. Su altre voci di spesa, come le indennità, gli effetti sembrano essere più limitati, mentre sui vitalizi, di cui il decreto conferma la totale abolizione, la politica locale si era mossa per tempo.
I fondi ai gruppi consiliari. Fermo restando l’obbligo di cancellazione di quelli ai gruppi composti da un solo consigliere (i “monogruppi”, il cui finanziamento il Consiglio regionale da già da tempo abolito, mentre quello provinciale continua a foraggiarli), il decreto fa riferimento alla Regione più virtuosa, che andrà individuata entro il termine ultimativo del 31 ottobre. La cifra di questa Regione, che come vedremo dovrebbe essere la Puglia, andrà poi dimezzata. E nessun’altra Regione dovrà superarla. Stando all’analisi pubblicata ieri da Sole-24 Ore, l’effetto per i gruppi consiliari trentini sarà un taglio di 2 milioni e 372 mila euro. Attenzione: si tratta della quasi totalità. L’ultimo bilancio del Consiglio provinciale fissa in poco più di 2 milioni di euro gli stanziamenti per i fondi ai gruppi, cui però (un po’ a spanne) va sommata la metà dei fondi ai gruppi regionali: si tratta di poco meno di mille euro al mese per consigliere, dunque 70 mila totali al mese, dunque suppergiù 800 mila all’anno. La metà fa 400 mila. Che sommata alla quota già di competenza del Consiglio provinciale di Trento fa 2 milioni e 400 mila. Come si vede, rispetto al taglio indicato dal quotidiano di Confindustria avanzerebbero solo briciole. La Puglia, si diceva. E i conti tornano. Sempre stando al Sole, qui l’ultimo rendiconto regionale registra fondi ai gruppi consiliari pari a 18 euro ogni 100 abitanti. In Trentino (2 milioni e 400 mila euro per circa mezzo milione di abitanti) dobbiamo stimare invece poco meno di 500: un’enormità, rispetto ai 18 euro pugliesi. E infatti l’altro ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà spiegava che in alcuni casi si arriverà a riduzioni addirittura del 95% rispetto alle cifre attuali. Sembra essere il nostro caso.
Le indennità. La recente riduzione di 500 euro mensili disposta dal Consiglio regionale non dovrebbe bastare per collocare il Trentino in testa per virtuosità. Attualmente l’indennità è di 5.950 euro lordi al mese (poco meno di 72 mila annui), dalla prossima legislatura passerà a 5.450. Ma tutto ora appare superato, alla luce del decreto che anche in questo caso indica come termine di riferimento la Regione più virtuosa, cui tutte le altre dovranno adeguarsi. Sempre stando al Sole-24 Ore, sembrerebbe essere l’Abruzzo, con 31.757 euro netti l’anno. E per i consiglieri trentini vengono indicati minori introiti per 2.800 euro netti all’anno. Non un granché. Molto di più invece per il presidente Dellai: il Sole parla di ben 33 mila euro netti all’anno in meno. Ma il confronto (qui netto, più sopra lordo) non è del tutto corretto: non è chiaro infatti se nelle indennità siano comprese altre voci aggiuntive “pesanti”, come la diaria. Sarà compito comunque della Conferenza Stato-Regioni, entro il 30 ottobre, stabilire la Regione più virtuosa cui parametrare le altre.
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