I Focolarini riuniti a Trento in nome di Chiara Lubich

Un’invasione pacifica. Così si può definire quella che ieri ha portato Trento ad essere la capitale del movimento dei Focolarini. Così tanti che non è bastato il Teatro Sociale a contenerli tutti


Alessandro Maranesi


TRENTO. Un’invasione pacifica. Così si può definire quella che ieri ha portato Trento ad essere la capitale del movimento dei Focolarini. Così tanti che non è bastato il Teatro Sociale a contenerli tutti. Si è dovuto addirittura montare un tendone in Piazza Battisti e riempire anche il ridotto del teatro per contenere quanti ieri sono arrivati da tutto il mondo.
L’occasione era la giornata dedicata all’unità tra gli uomini dal titolo “Chiara Lubich: un carisma, una vita per l’unità dei cristiani”. E così oltre a tanti rappresentanti del Movimento dei Focolari c’erano anglicani, riformati svizzeri, luterani, copti, evangelici ed ortodossi, in tutto fedeli di 20 chiese diverse. Un vero e proprio esercito, colorato e in grado di esprimersi nelle lingue più disparate, dal russo allo svedese, che ha riempito per tutto il giorno le strade del centro storico, i mercatini e i ristoranti della nostra città.
Ma se l’anno scorso si era scelta Roma per l’incontro annuale del Movimento, quest’anno è stata scelta Trento. «Sì, perché qui Chiara Lubich è nata e cresciuta, qui ci pareva giusto concentrarci in quest’occasione. Innanzitutto per coerenza con la storia della città» - spiega Victoria Gomez, portavoce del movimento focolarino in città. «Anche perché la risposta di tutti è stata incredibile - continua - da parte delle istituzioni, che ci hanno appoggiato non solo con i soldi ma anche con il cuore, ma in generale tantissime persone comuni, pure tra i più giovani, hanno dimostrato curiosità ed interesse verso una donna che ha saputo rompere gli argini». E che Trento sia importante per i focolarini lo fa capire chi crede che da questa città possa partire la speranza dell’unità tra cristiani, perché «questo incontro non sia un momento che poi passa».
Ancora più forti, del resto, le parole di Maria Voce, attuale presidente del Movimento, che vorrebbe che Trento diventasse quello che oggi è Assisi per San Francesco: «A questa città dobbiamo dare tutto il peso che le è necessario. Dovremo venire incontro alla richiesta di chi ci vuole ancora più impegnati qui. Sarebbe anzi bello che Trento fosse percepita da tutti, turisti e non, come la città di Chiara Lubich e Chiara Lubich come colei che ha portato nel mondo i valori di Trento».
Un connubio, quello tra focolarini e Trento che parte da lontano e non riguarda solo i natali della loro fondatrice. Le chiese cristiane si sono infatti incontrate a Trento già nel 1945, agli albori del movimento, e poi, nel 1966, proprio al Teatro Sociale fu inaugurato il Centro ecumenico Bernardo Clesio.
E proprio ecumenismo è stata la parola che ha caratterizzato l’intera giornata. Che significa, in pratica, l’unità delle chiese, pur nel rispetto delle loro differenze, delle loro liturgie e tradizioni. Ma anche una preoccupazione generale a unire forze, voci e lavoro verso un mondo più unito e più giusto. Com’era desiderio di Chiara Lubich, che aveva capito che «l’unità fra cristiani è un passo obbligato per un mondo più fraterno» come spiega ancora Gomez. Del resto Trento è la città del Concilio e il confronto tra cristiani è partito da qui. Non per niente Giovanni Paolo II affermò: «Sarebbe bello scrivere un trattato, dal Concilio tridentino a Chiara tridentina». Momenti forti a cui la storia ha regalato lo scenario coinvolgente e non insensibile della città di Trento.

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