IL CASO

I dinosauri "dimenticati" dei Lavini

Migliarini: «Sulle famose orme In questi anni solo promesse». Ma intanto a Egna grande successo per una mostra


Paolo Tagliente


ROVERETO. Dinosauri che passione. Ma non a Rovereto, a quanto sembra. Dal lontano 1990, infatti, quando il biologo e geologo Luciano Chemini le scoprì, le orme di dinosauro ai Lavini non sono mai state davvero “sfruttate” nonostante, oltre al grande valore scientifico, esse abbiano immense potenzialità come attrazione turistica.

Eppure, anche grazie al successo planetario di film come Jurassik Park, seguito da una serie infinita di altri lungometraggi di animazione, cartoni animati e documentari, la mai sopita passione per i grandi rettili che un tempo dominarono la terra da qualche anno è diventata una vera e propria febbre. A testimoniare quanto questo argomento possa avere enormi ricadute economiche e turistiche notevoli la mostra allestita sulle rive del Rio Trodena a Egna qualche settimana fa e aperta fino al prossimo 7 settembre. Un’esposizione itinerante - la più grande d’Europa - che si chiama "The world of dinosaurus"e propone oltre 50 modelli di dinosauri a grandezza naturale realizzati in vetroresina. Si tratta di ricostruzioni, curate nei dettagli, allestite in collaborazione con i paleontologi sulla base delle più recenti scoperte scientifiche. Il successo dell’iniziativa è stato immediato e migliaia di persone - moltissime le famiglie - hanno preso d’assalto la mostra. Tutto questo nonostante ad Egna non esistano reperti “reali” dei grandi rettili.

Facile immaginare, quindi, cosa potrebbe accadere a Rovereto se le orme fossero debitamente valorizzate. «Lo ripetiamo da anni all’amministrazione – spiega Maurizio Migliarini, presidente della circoscrizione di Lizzana – e in particolare in occasione dell’approvazione di ogni bilancio preventivo. Lo abbiamo fatto anche con al giunta precedente, ricevendo sempre tante promesse, ma mai nulla di concreto. A suo tempo, insieme all’associazione Cengio Alto avevamo cercato di smuovere le acque, ma senza nessuno risultato. La nostra idea è quella di muoversi sostanzialmente su due livelli: interventi di costo esiguo, coma la collocazione di una cartellonistica ben visibile ed esauriente, e interventi senza dubbio più onerosi per la cui attuazione servirebbe anche l’impegno della Provincia, che prevedano la realizzazione di un progetto serio che parta fin dal piazzale dell’Ossario e porti fino alle orme. Purtroppo – è l’amaro commento di Migliarini – sembra proprio che da noi manchi la consapevolezza che c’è una ricchezza da tutelare e valorizzare». Sull’argomento è intervenuto con un’interrogazione anche il consigliere provinciale della Lega Nord Claudio Civettini, con comprensibile soddisfazione: «Politicamente sono lontano anni luce da lui – spiega – ma il suo interessamento non può che farmi piacere». Al presidente Rossi, il rappresentante del Carroccio chiede qual sia lo stato di conservazione della pista dei dinosauri presente a Rovereto e quali siano le strategie e i finanziamenti per garantirne un monitoraggio e la conservazione. Parlando proprio dell’iniziativa in corso ad Egna, Civettini chiede polemicamente se «i “guru” provinciali che confezionano progetti di marketing - a loro dire sostenibili- non hanno mai saputo cogliere elementi di progettualità in tal senso, trasformando in opportunità turistica locale, preziosissima presenza della pista delle orme dei dinosauri che mezzo mondo vorrebbe invidiarci», fossero a conoscenza di quanto sta accandendo a pochi chilometri da Rovereto. Civettini poi, prendendo atto che i promotori di «World of Dinosaurus» fanno riferimento alle orme lagarine, si chiede se non sia possibile sfruttare il collegamento con opportune stretgie di comunicazione. «A quanto ammontano le risorse provinciali o pubbliche – conclude il consigliere – per il mantenimento e conservazione della famosa pista dei dinosauri di Rovereto e quali le azioni di promozione scientifico/turistica attuate, da chi e con quali costi?»

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