I consiglieri si tagliano solo 225 euro (lordi)

Proposta una riduzione del dieci per cento dei redditi oltre i 90 mila euro


Robert Tosin


TRENTO. Sarà un taglio tipo parlamentare, con un 10 per cento in meno per i redditi eccedenti i 90 mila euro e il 20 per cento per quelli sopra i 150 mila euro. Per la verità la decisione non è ufficiale, ma l'orientamento è questo per i consiglieri regionali. Ieri, infatti, i capigruppo riuniti a Bolzano hanno discusso a lungo sui costi della politica. L'occasione per discutere del tema è arrivata proprio ieri durante il consiglio regionale. Un primo incontro c'era stato al mattino, poi a termine seduta i rappresentanti dei partiti in aula si sono fermati per arrivare ad una decisione e stringere i tempi, come ha chiesto più volte il Pd, per dare un segnale concreto di contenimento di spese.

Il dibattito sui costi della politica è all'ordine del giorno e le richieste alla "casta" di dare un segnale significativo nel momento in cui chiede sacrifici ai cittadini sono diventate ormai assordanti. La proposta che ha raccolto consensi è stata quella della Svp che, senza fare un grande sforzo di fantasia, ha suggerito di imitare il provvedimento contenuto nella manovra nazionale e cioè di imporre ai parlamentari (in questo caso ai consiglieri regionali) una tassa di solidarietà sui redditi eccedenti i 90 mila euro e i 150 mila euro. Un taglio del 10% nel primo caso e del 20% nel secondo.

Per i Verdi il risparmio è minimo e vorrebbero maggior coraggio nell'uso dell'accetta, ma in verità sui numeri non si è definito nulla. Ok il metodo, ma ora toccherà all'ufficio di presidenza studiare i numeri di riferimento, sia la soglia che la percentuale. Se i riferimenti restassero quelli si potrebbe ipotizzare un taglio di 2 mila euro lordi all'anno dalle indennità generose dei consiglieri: 225 euro al mese. Si dovrà valutare anche in che modo rendere operativo il provvedimento. Potrebbe essere inserito nella manovra, ma è più probabile che seguirà l'iter naturale del disegno di legge.

Comunque non sarà operativo obiettivamente prima dell'inizio dell'anno prossimo. Sempre ammesso che si raggiunga finalmente un accordo perché la proposta che sarà ora concretizzata dall'ufficio di presidenza sarà poi ripresentata per il via libera ai capigruppo. Ma una decisione importante comunque è stata presa: il blocco degli aumenti Istat fino alla fine della legislatura. Si tratta di una proroga che però era in scadenza perché aveva un tetto del 7,5% che sarebbe stato raggiunto a breve. Un altro stop come quello deciso ieri nel giro di cinque anni vale un 10% circa di aumenti non incassati.













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