Grandinata in Valsugana è allarme per le mele
Colpita in particolare la zona tra Levico e Caldonazzo, dov’è già partita la raccolta delle Gala. Temporali, vigili del fuoco al lavoro per gli allagamenti
TRENTO. Sul Trentino assetato di acqua ieri è piovuta anche la grandine ed è allarme per le mele, con la raccolta delle Gala avviata da qualche giorno e a cui seguirà quella di Golden e Stark. Chicchi grossi quasi come nocciole e soprattutto senz’acqua, i più pericolosi per il raccolto, sono caduti in particolare sull’Alta Valsugana. L’epicentro è stato localizzato nella zona di Levico e Caldonazzo, ma i chicchi di ghiaccio bianchi sono caduti anche a Calceranica, Vigolo Vattaro, in centro a Riva, Arco e Torbole e tra Mori e Loppio. A Levico la grandine è arrivata nel giro di pochi minuti in due ondate, poco dopo le 14.30. Preoccupati i contadini della zona che sono corsi nei campi a verificare i danni alle mele. Andrea Berti, direttore del Codipra (il consorzio di difesa dei produttori agricoli), aspetta a pronunciarsi sulle conseguenze: «Sicuramente dei danni ci sono ma serviranno 24 ore ai nostri periti, che sono già in Trentino, per stabilirne l’entità. Purtroppo per un momento è caduta grandine senz’acqua, quella che fa più danni. E i chicchi erano piuttosto grossi. Inoltre tra Levico e Barco è già in corso la raccolta delle mele Gala e siamo in prossimità della raccolta delle Golden e delle Stark, il momento peggiore per una grandinata. Proprio non ci voleva». Già questa mattina scatteranno anche le verifiche da parte della Provincia: «Appena in ufficio, mi attiverò per gli accertamenti sui danni», annuncia l’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini.
Vigili del fuoco impegnati nel pomeriggio in varie zone del Trentino per le conseguenze dei temporali che hanno allagato scantinati e reso pericolanti alcuni cornicioni.
Il paradosso è che nelle stesse ore in cui si dovranno valutare i danni da grandine, il Trentino fa i conti anche con l’allerta per la siccità. «La situazione non è lontanamente paragonabile a quello che sta accadendo in altre parti d’Italia, a partire dalla pianura veneta - spiega il presidente della Coldiretti Gabriele Calliari - a Verona non piove da 70 giorni con ripercussioni pesanti sul prezzo dei cereali. Per il momento da noi non c’è emergenza. È vero che in questo momento la frutta sta maturando e ha bisogno di molta acqua, ma fino a questo momento suppliamo con l’irrigazione. In fondovalle si attinge dai pozzi, in montagna dalle sorgenti. In primavera eravamo partiti male perché non pioveva e c’era paura per le riserve. Poi la situazione è migliorata e oggi stiamo reggendo. Speriamo che piova - diceva ieri Calliari mentre ancora splendeva il sole - ma poi speriamo che torni il beltempo perché altrimenti sarebbe un dramma per la vendemmia».
A sperare in precipitazioni più consistenti nella seconda parte della settimana è anche il responsabile della Protezione civile trentina Roberto Bertoldi. «La perturbazione di oggi è stata molto debole - spiega - in questo momento c’è sicuramente un maggior consumo di acqua dovuto all’irrigazione in agricoltura e nei giardini privati per il gran caldo, ma anche per la forte presenza di turisti». «Fortunatamente in luglio, grazie ai frequenti temporali, è piovuto più della norma - osserva Bertoldi - qualche disagio nell’approvvigionamento di acqua nelle ultime settimane c’è stato ma ha riguardato problemi tecnici di funzionamento dell’acquedotto. Abbiamo rifornito alcuni Comuni ma sono situazioni che avrebbero potuto verificarsi anche a novembre. Nessuna emergenza».
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