Governo, niente scossoni per il Trentino

Da Delrio a Lorenzin, conferme per le partite chiave. Sottosegretari, Bressa in pole. «Legge elettorale, restino i collegi»



TRENTO. Dal governo-fotocopia del governo Renzi, com’è già stato battezzato l’esecutivo Gentiloni, pochi scossoni in vista per l’autonomia trentina. Enrico Costa è stato confermato al ministero agli affari regionali e anche le partite-chiave in ballo sull’asse Trento-Roma restano presidiate dai ministri uscenti: Graziano Delrio ai trasporti e infrastrutture continuerà a gestire la trattativa sulla concessione all’A22 (mentre al neoministro Luca Lotti dovrebbe andare la delega al Cipe) e Beatrice Lorenzin alla sanità sarà chiamata a garantire l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza per il Centro di protonterapia.

Nel governo Gentiloni, varato ieri sera, ci sarà anche Gianclaudio Bressa: il sottosegretario agli affari regionali si avvia alla conferma al fianco del ministro Costa dopo che per qualche ora ieri si era parlato di lui anche come possibile ministro, con un forte pressing a suo favore della Svp. Forte della vittoria del sì in Alto Adige nel referendum costituzionale e dei buoni rapporti consolidati, la Svp ieri ha chiesto al nuovo presidente del consiglio «un segnale di continuità». Un via libera al governo Gentiloni è arrivato ieri dal Gruppo per le Autonomie che ha incontrato il presidente incaricato prima che sciogliesse la riserva. «Serve un governo che sia nella pienezza dei suoi poteri, di fronte alle scadenze interne ed internazionali», hanno detto il capogruppo Karl Zeller e il vice Vittorio Fravezzi. Quanto alla nuova legge elettorale, la delegazione autonomista ha detto a Gentiloni di considerare «decisiva la conferma dei collegi uninominali in Trentino-Alto Adige già previsti dall’Italicum», sistema che le opposizioni hanno già bocciato come legge truffa.

«Sul piano di governo occorre garantire una continuità nel rapporto di collaborazione con le autonomie che nel corso della legislatura ha consentito intese significative in materia di finanza locale e in ordine alle competenze ed alle norme di attuazione il cui iter è già stato avviato. Con soddisfazione abbiamo preso atto del fatto che il presidente del consiglio ha manifestato la volontà di proseguire in questa direzione», osserva Fravezzi. «Da Gentiloni abbiamo raccolto un’importante disponibilità a chiudere tutte le partite su cui stavamo lavorando e che erano alla base dell’accordo programmatico siglato col Pd prima delle elezioni del 2013», ricorda il senatore Franco Panizza, «credo che ci siano tutte le premesse per fare bene e perché la nostra autonomia possa continuare ad essere interlocutore credibile ed affidabile nei confronti del governo». Dall’opposizione sparano invece alzo zero i 5 Stelle: «Mentre il mondo cambia e dice no agli F35, in Italia grazie al Pd Luca Lotti diventa ministro dello sport», twitta il deputato Riccardo Fraccaro, che già aveva bocciato il governo Renziloni: «Sarà il governo per garantire i vitalizi ai parlamentari».

(ch.be.)













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