Gettoni di presenza ai poveri? Rovereto dice no

Clamoroso no alla proposta di Ezio Vanzo di devolvere parte dei costi della politica al fondo decanale per le famiglie


di Luca Marsilli


ROVERETO. Poteva essere una buona occasione per dare un segnale e cercare di riavvicinarsi, a costo modesto, a quella parte di cittadini elettori sempre più insofferente nei confronti dei costi e dei privilegi (veri o presunti) della politica. Ai nasi più sottili non sarebbe sfuggito il sentore di populismo che aleggia su una iniziativa come questa, ma non è dei pochi nasi sottili che chi fa politica oggi si deve preoccupare. E forse nemmeno delle cadute nel populismo. Ma chiudendo le porte già nel «segreto» della riunione di maggioranza alla devoluzione ai roveretani poveri di alcuni gettoni di presenza e di una quota delle indennità, l’amministrazione ha ottenuto un effetto opposto molto più forte di quello positivo che avrebbe lucrato dicendo sì. In altre parole, o la proposta non veniva nemmeno avanzata, o non si poteva fare a meno di accettarla. Perché il palato degli amministrati non è tanto sensibile da ricercare le sfumature: se sente sapore di marcio, sputa e basta. E al di là dei mille distinguo che ogni consigliere potrà fare, il messaggio non potrà che essere letto così: «va bene la crisi, i sacrifici, i tagli, ma il gettone me lo tengo». E non è certo il modo giusto di accattivarsi simpatie.

La proposta era stata avanzata da Ezio Vanzo nel suo intervento: devolviamo i gettoni delle sedute consiliari sul bilancio al Fondo straordinario di solidarietà appena attivato dal Decanato. E lo stesso facciano i consiglieri circoscrizionali (quel gettone di 50 euro che si è favoleggiato di togliere per mesi ma è ancora lì), sindaco, assessori e presidenti di circoscrizione (una quota delle loro indennità, mica si pretendeva tutte) ed anche coloro che a nome del comune gestiscono enti partecipati.

A caldo, in aula, avevano dato il loro assenso (e plauso) una decina tra consiglieri e assessori, di tutti i partiti. Pareva si fosse sfondata una porta aperta. E Francesco Volani (Upt) ha messo la proposta nero su bianco in un ordine del giorno. A quel punto si poteva solo accettarlo, e tra squilli di tromba. Invece no. La maggioranza lo ha ritenuto non accoglibile (pare opponendo problemi tecnici a gestire un fondo simile in proprio e dubbi di opportunità sul sovvenzionare una iniziativa del Decanato: volgarmente, dare i soldi ai preti) e Volani lo ha ritirato. Ad Ezio Vanzo in aula non è stato nemmeno risposto.

«Sono molto supito - commenta Vanzo - ed anche amareggiato. Credo che il consiglio abbia perso un’occasione non solo per fare del bene, ma anche per dare un segnale alla città. Certo, ognuno di noi può fare e certamente fa quello che crede meglio per aiutare chi è in difficoltà. Ma politicamente questo è un autogol clamoroso e mi dispiace di averlo provocato, a questo punto per ingenuità».

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