Gestioni associate, la giunta si “emenda”
Tre modifiche alla Finanziaria su entrate, start-up e segretari. E Simoni attacca i sindaci “ribelli”: oggi il vertice a Ravina
TRENTO. Nella contrastata partita delle gestioni associate, la Provincia ha fatto un’altra mossa. Con l’obiettivo, se non di dare scacco matto ai Comuni, quanto meno di riportarli a più miti consigli. Una mossa peraltro obbligata anche nei tempi, per due ragioni: ieri era infatti l’ultimo giorno possibile a disposizione della giunta per emendare la Legge finanziaria che dalla prossima settimana sarà in discussione in Consiglio. Mentre stamane, come annunciato nei giorni scorsi, nella sede della Pro loco di Ravina nella mattinata, i sindaci “ribelli” si conteranno e discuteranno un pacchetto di proposte da rilanciare alla Provincia. Un incontro su cui ha avuto parole dure il presidente Marino Simoni, presidente del Consiglio delle Autonomie e del Consorzio dei Comuni: «Spero che siano in pochi, perché è un’iniziativa che stigmatizzo - ha detto - nelle sede delle Pro loco preferisco andare a fare le castagnate, mentre per parlare di argomenti istituzionali ci sono il Consorzio dei comuni e il Consiglio delle autonomie. Farlo in altre sedi significa delegittimare l’Autonomia e con essa un percorso che ha costruito pari dignità istituzionale ai Comuni all’interno della riforma istituzionale».
L’incontro dei sindaci che si terrà oggi un primo effetto sembra comunque già averlo raggiunto. Lo ha implicitamente ammesso anche Dellai, parlando di emendamenti «che nascono dal confronto e dalle considerazioni espresse in queste settimane, dopo la sottoscrizione del Protocollo di finanza locale, con gli amministratori comunali e con gli organi del Consiglio delle autonomie». Le misure proposte dall’assessore agli enti locali Mauro Gilmozzi intendono infatti rispondere ad alcuni dei temi maggiormente sollevati dai Comuni. A partire dalle gestioni associate del Servizio entrate già esistenti. Che non verranno azzerate: «Proprio il positivo bagaglio di efficienza, esperienza e competenza non solo sarà mantenuto, ma verrà valorizzato, nell'ambito dell'organizzazione promossa presso le Comunità, diventando un punto di forza della gestione associata». Poi le cosiddette “start-up”, cioè il Fondo per la copertura dei costi di attivazione delle gestioni associate, previsto nel protocollo a carico del bilancio provinciale: spesa ulteriore che, sostengono i sindaci, porterà a un aumento complessivo del costo del servizio. L’emendamento della giunta chiarisce ora che non si tratterà di costi da computare nelle spese correnti, bensì di spese d’investimento, quindi computata fino alla messa in regime del sistema come posta di bilancio in conto capitale. Di per sé si tratta di un artificio contabile, ma con un significato preciso in termini politici oltre che con effetti sui calcoli di spending review.
C’è poi una terza misura, altrettanto importante: il blocco delle procedure di assunzione di segretari nei Comuni fino a 2 mila abitanti. Il che sancisce in termini ancora più stringenti (oltre che strettamente operativi) l’obbligo di una unica gestione associata tra Comuni e Comunità con modalità e forme che verranno definite con una successiva delibera alla luce della complessità e delle differenze dei diversi ambiti. Potrebbe trattarsi di un passaggio non facile. Lo sa bene Gilmozzi, che ha infatti annunciato anche l’apertura immediata (in realtà qualche abboccamento già c’è stato) di un confronto con le organizzazioni sindacali, per la definizione di precise disposizioni contrattuali. Perché oltre al bastone come sempre c’è anche la corta: vale a dire “meccanismi di premialità” per chi meglio risponderà alla logica di efficientamento e di contenimento della spesa. Una partita che, solamente alla voce segretari comunali, vale un risparmio di circa 2 milioni di euro. ©RIPRODUZIONE RISERVATA