Gaudenti, la burocrazia «dimezza» il mercatino
Dopo le nuove regole imposte dalla Provincia ieri in piazza c’erano 67 espositori contro i normali 150: «Piazza Dante ostaggio dell’associazione artigiani»
TRENTO. A parlare sono i numeri, quelli degli espositori del 1° Mercatino dei Gaudenti 2016: ieri 67; fino a dicembre, prima della pausa di gennaio, erano 150. Meno della metà. E non per colpa del tempo ma della burocrazia ed a sentire loro anche dalla complicazione creata dalla Provincia, che in questa materia, si differenzia dalle altre Regioni dove basta un’autocertificazione. “Il Comune è dalla nostra parte - dice Maria Rosa Chistè – ci vuole al Mercatino della Portèla, anche come presidio in quella zona ma la Provincia non ci sente, quasi fosse ostaggio dell’Associazione Artigiani che ci vede come concorrenza sleale”.
Cosa ne pensi la gente è presto detto: nessuno è d’accordo. “Ci chiediamo poi che fine abbiano fatto le 2.200 firme raccolte e consegnate agli uffici di piazza Dante”. La diatriba dura da molto e riguarda gli espositori cosiddetti creativi Opi, Operatore proprio ingegno, differenti dagli hobbisti, che sono “i vuota cantine” che mettono in vendita il vintage. La legge Bersani parla chiaro: “chiunque può mettere in vendita le opere del proprio ingegno, purché non si superino i 5.000 euro annui di incassi. La legge Biagi, mai applicata, parla invece di 30 giorni”. Da noi come funziona? “Per poter essere in piazza, ora bisogna munirsi di tesserino, che limita a 10 le uscite annue, di cui 6, non consecutive, in città, 4 altrove. Sempre a nucleo familiare. Con evidenti difficoltà; poi come la si mette con i Mercatini di Natale? I costi: il tesserino rilasciato a Trento costa 58 euro, negli altri Comuni 32, la differenza per spese istruttorie”.
Ma il malcontento non si limita a questo; Mirko Casagranda di Pergine residente a Trento con la moglie Giannina Vergarai, cilena di nascita, da quattro anni espone nei mercatini; per lui, occupato coi lavori socialmente utili, il piccolo incasso di una giornata era di grande aiuto. La limitazione a 10 uscite lo penalizza molto. Altri espositori, che preferiscono al momento non mostrarsi, annunciano la nascita in settimana di una nuova associazione,” “antagonista” degli Hobbisti Creativi Trentini e commentano “l’Associazione culturale Arteria sta lavorando in deroga perché non è stato ancora rinnovato l’affidamento della gestione del mercatino. Ma chi lo vorrà più prendere?”. Le disposizioni parlano chiaro: gli espositori non possono essere commercianti, titolari di partita Iva nel commercio, ambulanti o antiquari. Il Mercatino è riservato a privati cittadini, collezionisti, associazioni di volontariato, artisti ed artigiani hobbisti che vogliono vendere o scambiare la loro merce personale. In realtà, sempre secondo gli espositori, “per la Provincia è sufficiente che sul banco non sia presente merce per più di 1.000 euro, che il pezzo singolo non superi i 200, poi si può esporre di tutto”.
E fanno cenno a Borgo Valsugana, che ha cessato l’attività, a Rovereto, che nel 1° mercatino 2016 ha avuto 34 espositori contro i 60 abituali; “se il prossimo mese le cose resteranno così, è già stata annunciata la chiusura”. Sulla stessa lunghezza d’onda Pergine ed Arco. I costi per Opi ed hobbisti? 5 euro a metro lineare di banco, 5 euro l’anno di iscrizione, i famosi 58 per la tessera annuale per i “cittadini”, 32 per gli altri. Considerando che per molti è l’unica fonte di reddito oltre alla “minima”, si ha il quadro di questa situazione.