«Funivia del Bondone Serve una strategia»

Gilmozzi: «Capire prima cosa si vuol fare della montagna»


di Luca Marognoli


TRENTO. La funivia Trento - Bondone non è presente nell’agenda della Provincia, ma nessuno può escludere che ci entri. In tempi di risorse limitate, la parola d’ordine è “priorità”, ma per determinare queste ultime bisogna avere progetti strategici chiari. «Si tratta di capire in primo luogo cosa si vuole fare del Bondone: il trasporto è un mezzo, non un fine», dice l’assessore provinciale ai lavori pubblici e ai trasporti Mauro Gilmozzi.

Di un business plan per il collegamento fra il capoluogo e la sua montagna si era parlato nella primavera scorsa. «Si era fatto un ragionamento complessivo e Trentino Trasporti aveva realizzato un'ipotesi progettuale, che però si era fermata a livello tecnico perché eravamo in conclusione di legislatura», rammenta Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia. «Ho visto che il tema sta tornando di attualità: la nuova giunta ha il giusto interesse a rivedere le partite strategiche, quindi l'opera arriverà sul suo tavolo, assieme alle altre, presumibilmente tra la primavera e l'estate». All’epoca si era parlato di tre tronconi e di una spesa attorno ai 30 milioni. «Sì, c'erano delle ipotesi tecniche e una riguardava i tre tronconi, ma si tratta di capire se l'ultimo sarà un impianto a fune, come la vecchia bidonvia, oppure no e se si pensa a parcheggi di attestamento con chiusura della strada... La partita è complessa: non mi addentrerei in aspetti tecnici e in costi ipotetici perché prima bisogna capire quanto il progetto sia strategico assieme il Comune. Quello che è stato fatto è roba da cassetti, completamente da riaggiornare».

L’assessore Mauro Gilmozzi esprime il medesimo concetto: «Ci sono diverse partite riguardanti la città, che richiedono di avere, a monte, una visione strategica complessiva della stessa. In base a questa dobbiamo capire realisticamente quali sono le prospettive di breve e medio termine e poi stabilire le priorità. L'idea condivisa è sempre stata quella di creare diversi poli: giudiziario, universitario, culturale con il Muse, direzionale con i pubblici uffici... E attorno a queste creare comunità: da questo punto di vista è importante capire quali sono le poste in gioco per sviluppare di conseguenza anche il piano di mobilità. Alcune priorità già sono individuate. Il polo giudiziario andrà avanti. Così come il prolungamento della Trento - Malè verso il Not: opere rispetto alle quali mi pare sia abbastanza difficile tornare indietro. Ma ci sono anche prospettive da costruire. Si tratta di capire in primo luogo cosa si vuole fare del Bondone. Bolzano, ad esempio, è legata con il Renon, dove ci sono cliniche ospedaliere ed esistono particolari forme di turismo. Attorno a questo dovrà discutere la città con il suo consiglio. Anche l'area di Mattarello potrebbe diventare un polo sportivo. Quanto all'Italcementi: o si integrano le funzioni di scuola, ricerca e impresa, sennò casca il discorso».

Elda Verones, direttore dell’Apt, sul progetto le idee chiare le ha già: «É un’opera molto interessante. Se sia realizzabile o meno dipenderà da diverse valutazioni, non ultima quella di carattere economico, che vanno al di fuori delle nostre competenze». La funivia - aggiunge - sarebbe importante «per accorciare le distanze: ci sono 18 chilometri di tornanti, non è una salitina e i parcheggi sono limitati».

L’idea è di far vivere la montagna 365 giorni l'anno: «Se il collegamento si inserisce in un ambito di trasporto pubblico il beneficio sarebbe della città e della montagna. Pensiamo ad Innsbruck che collegando la città con i 2 mila metri ha fatto una scelta che si è dimostrata negli anni molto positiva. Un esempio pratico per Trento: il bambino va a scuola di sci, il marito a sciare, la moglie in città a fare shopping o visitare i musei. Puoi scendere la sera per mangiare in piazza Duomo o salire per cenare in rifugio. E l'estate chi frequenta la città può fare una passeggiata in alta quota». Un collegamento di questo tipo «farebbe nascere un indotto economico importante, perché dove il turista si sposta consuma». I servizi pubblici, conclude, «difficilmente si ripagano, però qualificano l'offerta, in particolare i trasporti. La funivia inoltre potrebbe generare una nuova domanda, in modo da fidelizzare il turista».

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