Festa per l'Unità d'Italia: imbarazzo nella Svp sul «no» di Durnwalder
Il «no» di Durnwalder alla partecipazione della giunta ai festeggiamenti per i 150 anni dell'unità di Italia scatenano su Bolzano una pioggia di giudizi feroci. La Svp incassa, ma si profilano imbarazzi e distinguo
BOLZANO. Il «no» di Durnwalder alla partecipazione ufficiale della giunta ai festeggiamenti per i 150 anni dell'unità di Italia scatenano su Bolzano una pioggia di giudizi feroci. La Svp incassa, ma oltre al sostegno si profilano imbarazzi e distinguo. Ieri intanto il presidente provinciale è tornato a rivendicare la propria decisione. Lo ha fatto rispondendo ai messaggi che gli sono arrivati nella seduta di chat con i cittadini organizzata sul sito della giunta provinciale. Numerose domande riguardavano proprio la non partecipazione ufficiale della Provincia a eventi, sia in Alto Adige che a Roma. Durnwalder ha risposto più volte ricordando i motivi del no: «Siamo una minoranza austriaca staccata dall'Austria nel 1918 contro la nostra volontà». Aggiunge però: «Ho pieno rispetto se i rappresentanti del gruppo linguistico italiano parteciperanno ai festeggiamenti, compresi i membri presenti nella giunta». Interrogato sulla Regione, di cui è presidente, annuncia: «Se il vicepresidente Dellai vuole partecipare in quella veste, lo può benissimo fare». I due assessori Tommasini e Bizzo intanto annunciano «noi ci saremo», ma nella stessa Svp ci si chiede se la vicenda non potesse essere gestita con maggiore diplomazia, salvaguardando la sensibilità sudtirolese e allo stesso tempo muovendo la Provincia come una istituzione che rappresenta anche il gruppo italiano. L'imbarazzo si misura dai «no comment». Tantopiù che nel partito la questione non è stata dibattuta. Il presidente provinciale ne ha dato solo comunicazione durante la riunione del Presidium lunedì. C'è anche chi si espone e chi difende la scelta, come l'assessore alla cultura tedesca Sabina Kasslatter Mur. Di certo il clamore nazionale spiazza la Svp e di riflesso i suoi assessori in giunta. «Non c'era bisogno di tutto questo», si sente dire. Durnmwalder ha appena gestito con prudenza e attenzione al gruppo italiano la vicenda dei monumenti. Si è nel pieno delle trattative sulla toponomastica. Ci mancava solo il problema dell'Unità d'Italia. Proprio perché non prenderà a scalpellate il Mussolini a cavallo, Durnwalder sente il bisogno di fare la voce grossa sui 150 anni? Ne è convinto il senatore Oskar Peterlini: «Durnwalder è conosciuto per le sue grandi aperture verso il gruppo italiano. A volte però sente il bisogno di indossare il cappello da Schützen». Solo pochi giorni fa l'Obmann Richard Theiner ha ribadito la volontà di lavorare sulla convivenza. Come un pendolo la Svp ha la necessità di parlare alla parte di elettorato più insofferente rispetto a queste aperture. Il leader degli Arbeitnehmer Christoph Gufler avanza il suggerimento che circola in parte della Svp: «Per i sudtirolesi è difficile partecipare a questi festeggiamenti. Una soluzione potrebbe essere che il presidente, che è di madrelingua tedesca, non prenda parte a cerimonie, ma deleghi il vicepresidente italiano». Sabina Kasslatter Mur sottolinea invece: «In giunta siamo stati tutti d'accordo. Nel 1861 non c'eravamo e non si può chiedere a un sudtitolese di festeggiare». Peterlini concorda: «Nel gruppo tedesco l'unità d'Italia viene associata all'annessione. E tuttavia non capisco la chiusura della giunta. Il caso poteva essere gestito con maggiore sensibilità. Perché non delegare Tommasini? Vedo accumulare troppe cose che non piacciono nemmeno ai sudtirolesi, a partire dal baratto con Bondi sui monumenti. Non è con la prevaricazione che costruiamo l'Alto Adige della convivenza e parlo anche della toponomastica». Non è finita qui. Tra gli eventi che si stanno organizzando, Provincia esclusa, circola la mina vagante di una mostra incentrata sulla prima guerra mondiale e gli alpini, in arrivo dal Museo della guerra di Rovereto. Impossibile l'ospitalità al Museo civico di Bolzano, è stata vagliata l'ipotesi di Castel Tirolo. Durnwalder, indignato, ha chiesto subito verifiche.
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