Farmacie, tutto da rifare e salta la sede dei Solteri
È stato accolto dal Tar il ricorso dei farmacisti rurali sulla graduatoria provinciale per le nuove aperture. L’unica assegnazione certa quella al profugo in via Milano
TRENTO. Davanti al Tar hanno vinto i farmacisti rurali ma è più che probabile che la graduatoria stilata dalla Provincia per l’assegnazione delle nuove farmacie, arrivi al Consiglio di Stato. Perché la materia - attribuzione del punteggio - è molto dibattuta e con orientamenti diversi anche fra i vari tribunale amministrativi. Quello di Trento - ed è la notizia di oggi - ha accolto il ricorso presentato da tre farmacisti. Il primo - per conto di una coppia di professionisti aveva le firme degli avvocati Nicola Degaudenz e Paolo Dal Rì - che sono stati degli apripista per gli altri.
La decisione dei giudici? «Va annullata - si legge nella sentenza - la clausola contenuta nell’articolo 8 (“Valutazione dei titoli”) dell’allegato al bando di concorso, nella parte in cui, nel caso di partecipazione al concorso in forma associata, è stabilito il limite del punteggio massimo, nonché la graduatoria definitiva approvata con deliberazione della giunta provinciale numero 348/2016». La graduatoria, infatti, riceverebbe uno scossone non da poco con l’eliminazione del tetto nel punteggio, portando i ricorrenti ai primi posti. Una sentenza, dunque, destinata a far discutere e non poco.
La Provincia aveva indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per la formazione di una graduatoria di farmacisti idonei da utilizzare poi per l'assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche. Sedi anche «ambite». Sei a Trento (fra queste quella delle Albere, quella dell'Oltrefersina, di Povo, di Mattarello, dei Solteri, oggetto quest’ultima di un ricorso separato arrivato al Consiglio di Stato che ha confermato l’illegittimità dell’inserimento concorsuale della sede farmaceutica già stabilito dal Tar), una a Rovereto (Noriglio), una a Riva, un'altra a Pergine. Poi Mori, Mezzolombardo, Mezzocorona, Cles, Ledro, Ala ed Arco.
Il bando prevedeva l'assegnazione di un punteggio anche per gli anni in cui si era svolto l'attività di farmacista (o di collaboratore in farmacia) e l'applicazione ai « rurali» di una maggiorazione del 40 per cento sul punteggio assegnato per l'«anzianità» fino ad un massimo di 6.5 punti. Solo che la Provincia ha previsto nel bando, che in caso di gestione associata, ci fosse un tetto massimo. E questo è il punto centrale dei ricorsi accolti. Quindi i giudici hanno di fatto congelato l’assegnazione di 14 farmacie visto che l’unica assegnazione certa e intoccabile è quella del punto di via Milano. Che è andata ad un siriano (italiano di nazionalità) grazie al suo status di «farmacista profugo»,