Ex Casa Girelli, addio allo studentato
Ferrari: «All’Opera 10 milioni per acquistare alloggi e ridurre le spese di affitto». Funicolare per Povo, consiglieri critici
TRENTO. Lontano lo scontro di un anno fa. In un maxivertice con Comune, Cooperazione e Opera universitaria, il governatore aveva dato il suo via libera alla realizzazione di uno studentato universitario sull'area ex Casa Girelli, a Trento sud, di proprietà della Cantina LaVis, operazione che avrebbe portato 13 milioni di liquidità nelle casse della LaVis impegnata in un difficile piano di salvataggio. Il Pd frenò («Non sia un aiuto alla LaVis» ) e l’assessora Sara Ferrari avvertì: «Prima valutiamo il fabbisogno di posti letto e i costi». Un anno dopo Ferrari ha spiegato ieri in prima commissione, dov’è iniziato il dibattito sulla Finanziaria con la relazione del presidente Rossi, che l’ipotesi studentato a Casa Girelli è definitivamente tramontata. E ha chiarito che i 10 milioni a bilancio serviranno per l’acquisto di alloggi da parte dell’Opera universitaria, che dismetterà appartamenti oggi in affitto, vecchi e che necessitano di manutenzione troppo onerosa: «Sul lungo periodo la Provincia ci guadagnerà». Circa i fondi statali all'Università, l’assessore ha detto che è ancora aperto il confronto con il ministero sulla quota premiale di circa 2 milioni di euro.
Critiche alla funicolare. Parlando degli investimenti sulla mobilità, critiche sono arrivate al finanziamento da 27 milioni per la funicolare Trento-Povo. Secondo Mario Tonina (Upt), vista la spesa non indifferente «queste risorse si potrebbero impiegare per rispondere a esigenze dei territori di periferia come la circonvallazione di Pieve di Bono, appaltata due anni fa ma i cui lavori devono ancora partire. O per le Giudicarie». Anche Mattia Civico (Pd) ha chiesto da dove è arrivata la sollecitazione per realizzare la funicolare. L’assessore Mauro Gilmozzi ha risposto che «il Comune è stato pienamente coinvolto insieme all’Università e il progetto prevede fermate a Ingegneria, a Fbk e in centro a Povo a servizio dei 6000 abitanti più 4000 persone che frequentano l'università».
Not, ultima parola al Comune. Su un altro tema caldo, la localizzazione del Not, Gilmozzi ha ribadito che vi sarà un ragionamento che terrà conto di elementi sia urbanistici che sanitari, e che «l'ultima parola spetterà comunque al Comune di Trento».
Scintille sull’accorpamento delle Rsa. Il piano, indicato nelle slides tra gli obiettivi prioritari della manovra finanziaria, ha fatto sobbalzare in commissione Donata Borgonovo Re e Mattia Civico: «L’assessore ci aveva detto che non ci sarebbe stato». Rossi ha chiarito che il progetto è di legislatura ma non ci sono norme nella legge di stabilità 2016. (ch.be.)