Encefalite, è corsa al vaccino 

La malattia delle zecche. Nei primi quattro mesi dell’anno quasi 7 mila le dosi (gratuite) somministrate ai trentini:  in tutto il 2018 erano state 16mila. In media ci sono 20 casi di infezione l’anno e nel 2019 c’è già stato il primo, ad aprile


Mara Deimichei


Trento. Lo scorso anno sono state 16 mila le dosi di vaccino somministrate in Trentino contro l'encefalite trasmessa dalle zecche. Era il primo anno di gratuità del vaccino è la risposta è stata importante. Ma quest’anno pare lo sia ancora di più. Nei primi quattro mesi sono state quasi 7 mila le dosi iniettate della quali circa 5.200 ad adulti. Un risultato soddisfacente per l’Azienda sanitaria per una vaccinazione che negli anni scorsi era praticamente sconosciuta. E una corsa alla prenotazione che in questi giorni crea un certo intasamento negli ambulatori di igiene e sanità pubblica della provincia. Con liste d’attesa che, in alcuni casi, arrivano già fino a luglio.

Le zecche fanno paura anche se sono una minoranza quelle che sono infette e da queste c’è la trasmissione della malattia nel circa 25 per cento dei casi. Ma il Trentino è terra di boschi e quindi la prevenzione è una buona regola. Una lezione che qui la gente ha capito.

«La media degli ultimi anni - spiegano il dottor Walter Carraro direttore del servizio igiene e sanità pubblica e la dottoressa Maria Grazia Zuccali - è di 18/20 casi accertati di encefalite virale da zecche, con un aumento negli ultimi anni legato sì ad un aumento del numero di zecche ma anche al fatto che ora molte segnalazioni sono ambulatoriali, mentre in precedenza arrivano esclusivamente dagli ospedali. Ed erano tutti casi molto gravi. Non ci sono mai stati dei casi mortali, ma la malattia è caratterizzata da una lenta guarigione che lascia degli esiti a lungo termine come astenia e difficoltà di concentrazione».

E in questo 2019 si è già registrato un caso di encefalite da zecca. È accaduto ad aprile quando le temperature sono salite per qualche giorno. Sembrava di essere arrivati in primavera e una zecca aveva attaccato un escursionista infettandolo. Una forma per fortuna non grave, ma indicativa del fenomeno. Fenomeno che sta conquistando sempre più terreno in provincia. Se una volta la presenza di zecche infette riguardava la zona dei laghi di Lamar, ora è esteso a una buona fetta del Trentino occidentale. Le aree attualmente più a rischio di Tbe (questa la sigla dell’encefalite virale da zecca) in Trentino sono la valle di Non, la valle di Cembra e la Piana Rotaliana oltre ad alcune zone nei dintorni di Trento e di Ronzo Chienis. Tornando a Lamar, l’Apss ha evidenziato come negli ultimi quattro anni non sono stati segnalati casi con storia di puntura di zecca nelle Valle dei Laghi.

In caso di puntura da zecca si raccomanda di togliere l’acaro il prima possibile. In che modo? Superando le leggende che raccomandavano di fare l’operazione ruotando in senso antiorario. Dai medici arriva l’invito ad usare una pinzetta con la quale arrivare il più vicino possibile alla pelle e quindi estrarre la zecca, senza strappi, ma con un gesto unico e verticale.













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