Emigrazione: le "famiglie trentine" all'estero chiedono aiuti alla Provincia
Assemblea con accenni polemici perché la Provincia sostiene economicamente solo l'associazione Trentini nel mondo
TRENTO. Si è svolta nei giorni scorsi a Trento l'annuale assemblea delle Famiglie trentine all'estero, associazione di volontariato che da oltre quarant'anni lavora per rinsaldare i rapporti del Trentino con gli emigrati e discenti degli emigrati trentini all'estero.
Presenti anche l'assessore provinciale alla Cultura e cooperazione, Franco Panizza, e il presidente del Patt, Walter Kaswalder, il presidente dell'Unione, Oliviero Vanzo, ha relazionato sull'attività svolta nel 2010 a favore delle famiglie presenti sia in Europa che nell'America del sud.
''Evidentemente - è stato riferito - l'attività ha sofferto dei mancati interventi della Provincia, che nel 2009 ha approvato una legge che, per quanto riguarda i progetti di solidarietà a favore degli emigrati trentini, sostiene solo l'Associazione maggiormente rappresentativa, ovvero la Trentini nel mondo. Nonostante questa discriminazione l'Unione, grazie alle iniziative di autofinanziamento, ha avuto modo di sostenere alcuni significativi progetti, come la ricostruzione della Chiesa di Timbo in Brasile''.
Il presidente Vanzo, sostenuto dal parere unanime dell'assemblea, ha auspicato che la Provincia riveda le decisioni del 2009 e torni ad assegnare un contributo per i progetti di solidarietà anche all'Unione delle famiglie trentine all'estero. Di questa richiesta si sono fatti carico sia Kaswalder, sia Panizza, che ''trasferiranno questa esigenza nelle sedi istituzionali appropriate''. Il contributo, a quanto è stato ricordato, negli anni scorsi era inferiore a 100.000 euro.